Dal salto in lungo all’avventura professionale: Giada Palezza racconta la massofisioterapia
Sognava di fare l’investigatore o addirittura l’astronauta, ma la vita ha preso poi altre strade fino a quella dello Studio di Massofisioterapia aperto a San Vito di Leguzzano. Ma in mezzo, le deviazioni non sono mancate, dal titolo di studio come geometra che poi non ha portato agli sbocchi sperati sino alla carriera sportiva come ginnasta di prim’ordine. A raccontarsi ai microfoni di Gianni Manuel nella nuova puntata di Start Up su Radio Eco Vicentino, è Giada Palezza, che dopo essersi diplomata a Perugia, ha fatto soprattutto tanta gavetta e tanto tirocinio prima di giungere ai risultati odierni.
Un percorso che si è inevitabilmente intrecciato con la passione sportiva: dalla corsa al salto in lungo in cui Giada si è specializzata attorno ai 17 anni con risultati di tutto rispetto – sino al titolo di campionessa italiana di specialità – conseguiti prima con l’Atletica Schio e poi con il gruppo sportivo Valsugana Trentino. E poi, lasciate le luci degli stadi e delle palestre, la capacità di declinare in un impegno verso il benessere alla persona una dote coltivata con sacrificio: “In questo – spiega l’ex atleta azzurra – devo dire che lo sport è stato propedeutico per ciò che faccio ora, permettendomi una maggiore consapevolezza anche in caso di infortunio”.
Una professione, quella del massofisioterapista, a cui rivolgersi principalmente quando il paziente necessita di un ripristino funzionale dei muscoli in termini di mobilità ed elasticità, di una corretta postura, per avere sollievo ai dolori muscolari, articolari o organici e, in generale, per beneficiare di un totale rilassamento psico-fisico. Stress fisico ed emotivo, cattive abitudini al lavoro, nella guida dell’auto sino ad un uso scorretto del cellulare tenuto ad un’altezza non adeguata: situazioni certo rimediabili, ma comunque da attenzionare anche in giovane età.
Tanti anche i traumi procuratisi da sportivi o da semplici appassionati dell’attività all’ria aperta che comunque trovano nelle mani esperte di Giada, la cura ai loro problemi: “Nel mio lavoro i risultati arrivano con pazienza – spiega ancora – anche nel mitigare i problemi legati alla riduzione della mobilità, ma a volte consentono di limitare o addirittura di evitare l’uso di medicinali”.
Un’attività la sua portata avanti con grande determinazione oltre che con il sostegno del marito sposato proprio un anno fa, Camillo Kaborè, pure lui campione di salto in lungo con ottimi piazzamenti anche sul palcoscenico europeo: “E’ molto importante anche ciò che facciamo – conclude la professionista di San Vito di Leguzzano – anche per i recuperi post operatori, ma in generale ciò che conta più di tutto è la prevenzione. Aspettare infatti, spesso significa aggravare il quadro clinico: magari invece una capatina, quattro parole e una diagnosi, possono aiutare e fare la differenza. Anche in termini di qualità della vita.