Beve l’ultimo drink al bar e chiama il 113 per costituirsi. Ora sconterà quattro anni in cella
“Ultimo bicchiere e me ne andrò” cantava qualcuno al bar negli anni ’90, e chi lo sa che il pregiudicato che si è costituito domenica a Vicenza conosceva il brano interpretato dagli 883 (e dal meno famoso Nikki). Probabilmente no, vista anche la nazionalità straniera del 44enne protagonista della vicenda di cronaca, ma il punto in comune c’è: un uomo l’altra sera ha telefonato alla Questura berica dicendo di voler costituirsi, dopo aver terminato un’ultima bevuta in un locale della città.
Quattro anni di reclusione da scontare per lui, per reati legati al mondo dello spaccio di droga e resistenza a pubblico ufficiale. Nel suo “curriculum” anche un’evasione dagli arresti domiciliari.
Dopo un drink in solitaria al bancone di un bar, a quanto pare, H.M.A. – rese note le sole iniziali dalla Polizia di Stato – aveva dunque deciso che era giunto il momento di arrendersi e di scontare la propria pena. Lui stesso ha composto il 113, chiedendo “un passaggio” alla squadra Volanti della Questura per raggiungere la sede di via Mazzini. Ed è così che proprio domenica il 44enne di origini tunisine, da poco come lui stesso ha ammesso rientrato in Italia, stavolta si è comportato da “signore”, offrendo i polsi ai poliziotti che lo hanno preso in consegna da un bar di viale Dal Verme.
Le ragioni profonde che lo hanno portato a questo gesto, piuttosto raro secondo quanto dicono gli stessi agenti di polizia, rimangono note solo al “fresco” detenuto del carcere di San Pio X a Vicenza. Collaborativo e mansueto come non mai in passato, forse rassegnato al fatto che vivere di espedienti al limite della legalità e continuando a nascondersi, non rappresentasse più la miglior opzione disponibile per lui, ha deciso di “pagare il conto” per poi un domani ricominciare. Forse, appunto.