Varo ufficiale dell’Unità Semintensiva a Santorso: 12 i posti letto. Ora tocca al San Bassiano
L’ospedale Alto Vicentino di Santorso si dota di quella che ambito sanitario viene definita con l’acronimo Tsi, vale a dire una nuova Unità Semintensiva Medica secondo i modelli organizzatori e dotazione tecnologiche di ultima generazione. Come ha tenuto a spiegare l’azienda Ulss 7 Pedemontana nel giorno dell’inaugurazione ufficiale, si tratta di uno dei primi poli sanitari in Veneto ad avvalersene, dopo la riforma regionale di fine 2022 che regola “l’utilizzo flessibile dell’ospedale basato su livelli di intensità di cura”. Ad annunciare la prossima apertura di un’unità analoga all’ospedale San Bassiano nella stessa Ulss 7 è stato stamattina Carlo Bramezza, direttore generale dell’azienda sanitaria.
Sono 12 i posti letto fissi disponibili per la sezione del reparto di Santoro, che qui rientra nella gestione ordinaria dell’Unità Operativa Complessa di Medicina Generale diretta dal dottor Massimo Marchetti. Si tratta, come lo stessa denominazione lascia intendere, di uno spazio mirato di degenza intermedio tra quello dedicato ai ricoveri ordinari di pazienti e quelli gravi per i quali è necessaria la sala di terapia intensiva. Qui saranno accolte quelle persone malate che richiedono supporto d’organo e un monitoraggio continuo, con un livello di assistenza maggiore.
A spiegarlo meglio è proprio il primario di Medicina Generale: “L’Unità di Tsi – spiega il dott. Marchetti – ci consente di offrire un livello assistenziale su misura per gestire quei pazienti critici che metterebbero in difficoltà una degenza normale, ma che non hanno la necessità di sostituzione d’organo tipicamente offerta dalle competenze di una Unità Intensiva come può essere la Rianimazione o l’Ucic”. Sarà dedicata a tipologie di pazienti molto diverse: soggetti affetti da sepsi con gravi infezioni con impatto anche sul sistema cardiocircolatorio, oppure pazienti in attesa di pacemaker o con aritmie cardiache importanti, diabetici con grave scompenso, casi acuti di bronco pneumopatia cronica ostruttiva che necessitano di ventilazione non invasiva.
Il tutto con un approccio fortemente multidisciplinare, in quanto l’Unità di Terapia semi-Intensiva Medica funziona grazie alla stretta collaborazione tra gli specialisti della Medicina, Cardiologia e Rianimazione, oltre che del Pronto Soccorso, attraverso il quale accede al ricovero la maggior parte dei pazienti della nuova Tsi e dove avviene la prima valutazione. In altri casi, invece, si tratta di pazienti già ricoverati in Medicina che si aggravano, oppure in uscita dalla Rianimazione dopo essere stati “svezzati “dal ventilatore, ma ancora in
condizioni di fragilità.
“L’attivazione della nuova l’Unità dimostra il nostro impegno a investire nell’ospedale di Santorso e in generale la nostra attenzione ad applicare i più avanzati modelli assistenziali – sottolinea il Dg di Ulss 7 Carlo Bramezza -. Voglio ringraziare tutti i medici, i coordinatori infermieristici e tutto il personale impiegato nell’attività assistenziale per il grande impegno e lavoro che ha reso possibile questo traguardo. E voglio sottolineare inoltre l’importanza della collaborazione tra i diversi reparti, indispensabile per garantire la migliore cura ai pazienti. Questo è un tema sul quale come Direzione abbiamo puntato molto e oggi siamo orgogliosi di poter dire che all’ospedale di Santorso i diversi specialisti sanno davvero fare squadra e lavorare in team: l’inaugurazione di oggi lo dimostra. E questo è solo il primo passo, perché se i risultati saranno positivi come ci attendiamo che siano, puntiamo ad aprire in tempi relativamente rapidi una Terapia semi-Intensiva Medica anche all’ospedale di Bassano”.
Una particolare attenzione è stata posta anche alla formazione specifica dei medici e degli
infermieri, e proprio questi ultimi hanno un ruolo particolarmente importante nella nuova Terapia semi- Intensiva, dove i pazienti richiedono un impegno assistenziale superiore. Un’esperienza innovativa che, si è detto oggi, è considerata come “destinata a fare scuola”: su questa esperienza clinica, infatti, lo staff della Medicina di Santorso condurrà un’attività di ricerca al fine di individuare con maggiore precisione le migliori cure e organizzazione e mettere i risultati al servizio anche di altri ospedali.