C’è agitazione a Marano Vicentino dove nonostante il tempo delle vacanze il tema dell’accoglienza scalda la politica e torna a dividere maggioranza e opposizione. Ad accendere gli animi complice una lettera indirizzata a tutti i maranesi, causa l’intensificarsi degli sbarchi di persone migranti sulle coste italiane ed il conseguente sovraffollamento degli hot spot, la ‘redistribuzione’ che il Ministero degli Interni starebbe coordinando con le Prefetture di tutto il territorio nazionale che vedrebbe arrivare nel Veneto circa 4mila persone di cui 600 nel Vicentino.
“Il Comune di Marano Vicentino – scrive il Sindaco Marco Guzzonato spalleggiato per l’occasione dal parroco del paese Don Fabio Balzarin nella missiva recapitata in questi giorni – sta sostenendo e praticando l’accoglienza diffusa, qualificata e ordinata come strumento per gestire il fenomeno dei flussi migratori, per questo nel nostro paese è attivo un progetto SAI (Sistema Accoglienza Integrazione) destinato a nuclei familiari vittime di tratta, violenze e persecuzioni, gestito da enti del terzo settore seri, affidabili e radicati nel nostro contesto da anni. Sono tante le esperienze di collaborazione tra il Comune, la Parrocchia e le Associazioni maranesi nell’assistenza e cura delle persone più fragili ed esposte, anche migranti e richiedenti protezione.
Proprio questa modalità concreta di affrontare in maniera coordinata la questione dei flussi migratori e dell’accoglienza è stata oggetto, nelle scorse settimane, di confronto con il Prefetto, che ha chiamato i Comuni per chiedere collaborazione e disponibilità. In quella sede, con il Comune di Santorso, abbiamo proposto al Prefetto la prosecuzione del progetto La tenda di Abramo per dare risposta all’attuale intensificarsi degli arrivi e alla necessità di proporre percorsi di accoglienza e integrazione che siano degni ed efficaci. Sono 21 i Comuni dell’Alto vicentino che hanno aderito con noi a questa proposta, mettendo a disposizione edifici comunali ed impegnandosi a reperirne nel mercato privato, con l’obiettivo di accogliere con finanziamenti ministeriali 3 persone ogni 1000 abitanti, sempre con la logica di distribuirli in modo sostenibile e dignitoso sul territorio, in piccoli gruppi e costantemente seguiti da enti gestori seri.
Sono quindi 28 le persone che la nostra comunità, per fare la propria parte, dovrebbe accogliere. Visto che il Comune ha già messo a disposizione tutti gli alloggi disponibili per queste progettualità – conclude lo scritto a doppia firma – vi scriviamo per fare appello alla vostra disponibilità nel concedere l’utilizzo di vostri appartamenti o abitazioni sfitti, a fronte di un regolare contratto da stipulare tra la proprietà e la cooperativa partner del progetto finanziato dal Ministero, per poter dare vita ad una accoglienza ed integrazione diffusa, qualificata e sostenibile. A carico dell’ente gestore che lavorerà a fianco dei Comuni saranno anche tutte le altre incombenze burocratiche”.
Parole che se da un lato hanno trovato l’ascolto di una fetta del paese, dall’altro sono suonate come un campanello di allarme sociale oltre che come un vero è proprio affronto verso quei residenti costretti a lasciare, loro malgrado, la casa e l’attività dopo la nota vicenda di dissesto idrogeologico legata al tratto tombinato del torrente Rio delle Pietre: “Quando si entra a Marano – scrivono i referenti della locale sezione della Lega – si viene colti da un senso di angoscia. È un paese in emergenza continua, con la piazza transennata da mesi, parcheggi chiusi, strade deviate, case e negozi evacuati. Un paese che sprofonda, letteralmente, a causa del dissesto idrogeologico e dell’incuria.
In questo contesto, trovarci ad avere un Sindaco che cerca casa per i migranti è veramente un controsenso, specialmente se consideriamo che allo stato attuale non vi sono informazioni sufficientemente certe sulla loro identità, sulla loro provenienza, sulla loro storia pregressa e sulla sussistenza o meno di un eventuale titolo di protezione internazionale. Ciò che è certo, invece, è che non risulta che il Sindaco si sia speso in modo così fermo e deciso per le famiglie e le attività economiche nostrane, che hanno dovuto abbandonare forzatamente abitazioni, magazzini e attività commerciali in Via Puccini, rimanendo in attesa di risposte chiare dopo mesi di vane speranze.
Nessun proclama, nessuna lettera, nessun aiuto concreto per loro, se non quell’ordinanza comunale che intima lo sgombero immediato. E qui, con grande dignità, i commercianti e i residenti hanno fatto le valige, pensando ad un futuro incerto che non si sa dove li porterà. Eppure, su questo caso doloroso, il Sindaco aveva garantito che l’Amministrazione comunale sarebbe stata vicina a questi sfortunati concittadini che hanno contribuito allo sviluppo del paese, che li avrebbe aiutati, ma finora sono state solo parole di circostanza”.
Una questione delicata quella dei migranti che, al netto dei problemi sollevati a Marano, evidenzia per tutta la provincia berica tutte le difficoltà di una gestione spesso da costruire, dove sicurezza e integrazione devono trovare però un necessario punto di equilibrio.