Esperienze forti in città per 50 giovani, fra difficoltà e soddisfazioni
“Un po’ di tempo estivo a fare qualcosa per gli altri”: questo era stato l’invito dell’Informagiovani di Schio rivolto ai giovani dai 15 ai 23 anni a inizio estate. Esperienze Forti, una proposta coordinata da Ceis Onlus ha ottenuto la risposta di una cinquantina di giovani pronti a sperimentarsi tra impegno e divertimento, tra sociale e cultura. Diverse le opportunità offerte: dal’affiancamento di operatori in strutture di accoglienza per bambini a servizi per il recupero di tossicodipendenti, dall’assistenza a disabili e anziani alle attività ricreative nei centri estivi. Ma anche lavori di pulizia dei sentieri con il Cai e l’accoglienza di persone senza fissa dimora.
Il periodo di svolgimento delle attività è andato dal 14 giugno al 9 settembre, ha coinvolto un numero di ragazze doppio rispetto ai ragazzi, quasi tutti studenti. La tipologia di istituti scolastici di provenienza è trasversale ma la maggior parte dei giovani viene dal liceo delle scienze umane, seguito dallo Scientifico e da Itcg, Itis, Ipsia, e dai licei linguistico, classico e artistico.
Enti coinvolti e ragazzi hanno attestato la bontà di questa iniziativa tanto che qualcuno ha chiesto di poter continuare a fare qualche ora di volontariato anche durante l’anno. In generale le valenze positive di questa esperienza sono riconducibili alla capacità di mettersi in gioco e in relazione con gli altri, all’assunzione del senso di responsabilità, all’apprendimento di competenze, allo sviluppo della creatività personale. Certo come in ogni esperienza che richiede impegno qualche difficoltà c’è stata, ma a conti fatti il bilancio è in attivo.
“Ritengo che cimentarsi in prima persona con situazioni reali sia di per sé valido” dichiara Barbara Corzato assessore ai giovani “e anche sperimentare qualche difficoltà aiuta a testarsi in questa sorta di prova generale con la vita. Esperienze Forti riesce a coinvolgere anche quella fascia di età tra i 15 e i 18 anni che spesso vede ragazzi disorientati e non ancora troppo attivi in termini di cittadinanza e quindi rappresenta un buon canale per cominciare a conoscere e a essere dentro alla comunità e a un territorio”.