Alfie, il bimbo sopravvive dopo il distacco della spina. Il padre: “ora ha bisogno di assistenza” [Cronaca – Esteri]
Alfie Evans, il piccolo affetto da una grave malattia neurodegenerativa sarebbe ancora vivo nonostante ieri alle 22:30 ora inglese sia avvenuto il distacco del respiratore che lo teneva in vita.
A confermare la notizia fonti vicine alla famiglia, secondo le quali i genitori del bimbo gli avrebbero praticato la respirazione bocca a bocca per tutta la notte. La mamma Kate ha annunciato che il suo bimbo è stato di nuovo idratato ma il padre Tom Evans ha detto che Alfie tra poco avrà di nuovo bisogno di assistenza per poter continuare a respirare.
L’uomo ha poi raccontato ai media inglesi che i dottori del Hey Ospita di Liverpool dove Alfie è ricoverato sono rimasti sbalorditi: pensavano che sarebbe morto in pochi minuti. E invece è riuscito a sopravvivere per ore senza l’aiuto dei macchinari. Il fatto che Alfie continui a respirare pone del resto un problema impellente anche sul nutrimento, che – stando agli stessi medici – il bambino non è in grado di ricevere senza l’assistenza esterna. Che qualcosa di inatteso sia accaduto, sembra confermarlo del resto il mancato rilascio del bollettino ufficiale della direzione sanitaria, inizialmente annunciato per le 7 ora locale, ma poi rinviato.
Fuori dall’ospedale pediatrico di Liverpool resta intanto un presidio di manifestanti e attivisti che affiancano la battaglia dei genitori.
Sul caso del piccolo, al centro di una feroce disputa legale tra i genitori che lo vogliono tenere in vita e i giudici che hanno deciso di sospendere le cure, era intervenuta anche l’Italia che, attraverso i ministri Alfano e Minniti, ha concesso la cittadinanza al piccolo proprio in un estremo tentativo di salvarlo, con l’obiettivo di portarlo nel nostro Paese e prolungare le cure al Bambino Gesù di Roma.
Nelle ultime ore era intervenuto anche Papa Francesco lanciando via Twitter, un nuovo appello. “Commosso per le preghiere e la vasta solidarietà in favore del piccolo Alfie Evans – aveva scritto – rinnovo il mio appello perché venga ascoltata la sofferenza dei suoi genitori e venga esaudito il loro desiderio di tentare nuove possibilità di trattamento”.