Addio a Virginio Zilio 38 anni dopo il figlio: fu tra i fondatori della Città della Speranza in sua memoria
Ha raggiunto il suo adorato Massimo in cielo Virginio Zilio, a distanza di 38 anni dalla morte del figlio, avvenuta anche allora sul finire dell’estate. Il nome del papà maladense era e resterò legato indissolubilmente alla Fondazione Città della Speranza, della quale Zilio insieme al cognato Franco Masello, posero le basi di un’associazione benefica retta sul volontariato e orientata alla raccolta fondi, con ogni mezzo, a favore della ricerca sui tumori infantili.
Massimo Zilio, di Malo, era mancato a 12 anni appena il 9 settembre del 1985, a causa di una forma letale di leucemia che la medicina oncoematologica e la scienza applicata di allora non riuscirono a debellare. Nello stesso giorno, sabato scorso, il padre Virginio ha concluso la sua vita terrena, dopo anni di confronto con la malattia a sua volta. Aveva 76 anni, e aveva dovuto sopportare tempo fa l’addio alla moglie Rita. Sarà salutato domani mattina alle 10 nella sua città, in Altovicentino.
A rendergli onore all’indomani della notizia della sua morte sono stati l’ospedale di Padova e la Fondazione Città della Speranza per primi, esprimendo vicinanza ai figli e alla famiglia di un uomo che ha dedicato tutto se stesso a far del bene, coinvolgendo dal 1994 migliaia di persone generose e capaci, unite nel cooperare nella missione benefica. “Non è un addio, ma solo un arrivederci perché quello che ci ha lasciato vale molto più dell’affetto che riusciremo mai a esprimergli” scrive il presidente attuale della Fondazione, Andrea Camporese, in una parte del post dedicato a Zilio.
Unanimemente viene riconosciuto oggi, a colui che in tanti chiamano “papà della Città della Speranza”, l’indole di umiltà e semplicità che uniti al mix di tenacia e laboriosità hanno permesso di fare di lui un esempio da seguire per chi opera nel sociale, prodigandosi nel dietro le quinte, anche nello sport, il calcio giovanile “di casa” a Malo. Scienziati, specialisti di pediatria, oncologi, imprenditori del territorio e volontario costituivano la sua squadra vincente, con ciascuno un fuoriclasse nel proprio ruolo, messa insieme negli anni.
E, soprattutto, di edificare con l’aiuto agli albori di Masello – fratello della moglie Rita – e decine di imprenditori e medici via via un “impero” in Europa nel settore della ricerca e della cura dei pazienti malati in età infantile ma anche del sostegno alle loro famiglie. Arrivando alla costruzione della “Torre della Ricerca” la principale sede a Padova, dopo la “missione” degli inizi partita tra Malo e Bassano nel Vicentino. Stasera alle 18.30 la veglia di preghiera in suo omaggio, martedì mattina alle 10 le esequie in Duomo.