Enologo morto, la passione per il vino era diventata un mestiere. Il collega rimane in rianimazione
L’unica certezza all’indomani dell’infortunio mortale di Ca’ di Raio risiede in un’assenza, vale a dire nel doloroso vuoto che Marco Bettolini sta lasciando a Bassano del Grappa e pure nella capitale Roma, i luoghi dove viveva e aveva vissuto. Fino al pomeriggio di ieri quando, per un tragico incidente sul lavoro, l‘esperto enologo ha perso la vita all’interno di una cisterna per la raccolta del vino, dopo la caduta in uno stabilimento vitivinicolo di San Polo di Piave, nel Trevigiano. Si stava lavorando alla manutenzione dell’impianto insieme a un collega, in vista delle imminenti vendemmie.
Impossibile mettere nero su bianco la causa precisa di morte del 46enne: potrebbe essere stato stordito dalle esalazioni nel tentativo di salvare un collega, oppure aver messo un piede in fallo, precipitando per una decina di metri, nella fase concitata in cui ogni secondo poteva essere prezioso. O allo stesso modo letale, anche per chi s’impegnava nei soccorsi.
Toccherà ai Carabinieri e ai tecnici dello Spisal ricostruire l’accaduto nei dettagli negli spazi di proprietà della cantina Ca’ di Rajo. Intanto c’è una seconda persona che lotta tra la vita e la morte, il 31enne trevigiano – vive nel Comune di Cordignano – probabilmente vittima di intossicazione dei residui di mescita a fondo cisterna, che rilasciano gas nocivi, da ieri affidato ai medici dell’ospedale di Treviso: faranno il tutto per tutto non solo in quanto loro dovere specifico, ma anche per non rendere vano il sacrificio di Bettolini, sposato con una vicentina, deceduto nel tentativo di salvare la vita altrui. La seconda certezza è proprio questa. Marco era molto conosciuto nel settore, enologo esperto e cultore del vino, tanto da fare di una sua passione il suo mestiere.
I tecnici stavano lavorando in coppia nel primo pomeriggio di ieri, pochi minuti dopo le 14. Quando al più giovane tra i due è subentrato un malessere, pare dovuto alle esalazioni del fondo della cisterna, uno dei serbatoi per la raccolta del vino, Bettolini – che si trovava in quel momento all’esterno – ha compreso che il collega stava rischiando la vita, sia per i gas che, forse, per annegamento nel caso avesse perso i sensi. Ha tentato di raggiungerlo e, in queste fasi concitate, è accaduto l’irreparabile. Mentre la sorte del 31enne rimane appesa a un filo, all’indomani del trago accadimento.
Il giovane operaio ricoverato in ospedale con l’aiuto dell’elisoccorso è stabile ma in pericolo di vita, assistito in rianimazione. L’enologo bassanese d’adozione potrebbe essere deceduto per un trauma cranico riportato nella caduta oppure per annegamento. Non ha mai risposto alle voci che lo chiamavano nei soccorsi. “Siamo totalmente frastornati – ha dichiarato uno dei titolari di Ca’ di Rajo Wines di proprietà della famiglia Cecchetto, visibilmente affranto, ai microfoni delle tv locali – quest’azienda è una famiglia e per me questi due ragazzi sono come due figli, sono cresciuti con noi. Sto pensando solo a loro e ai loro familiari, non mi spiego come sia potuto accadere”. Nella sola giornata di ieri, in Italia, si sono registrate altre 5 morti sul lavoro: due vittime a Napoli, una a Salerno, una a Bologna oltre al dramma sopra descritto di San Polo di Piave. Tutti erano uomini.