Rapina allo stand del Bacalà di Sandrigo: sospetti su un’auto bruciata. Zaia: “oltraggio vergognoso”
Si è diffusa in tutto il Veneto, vuoi perché la Festa del Bacalà di Sandrigo è tra gli eventi di gastronomia più conosciuti, vuoi per per le dinamiche della rapina, la notizia del “sacco” di poco meno di 30 mila euro ad opera di un terzetto di sconosciuti, nella tarda serata di lunedì. Suscitando lo sdegno non solo delle autorità locali, a partire dal sindaco sandricense Marika Rigon, ma di tutta la popolazione locale fino ad arrivare al presidente della Regione, Luca Zaia, che proprio oggi ha espresso a chiare lettere lo sdegno e l’augurio che le forze dell’ordine arrivino ad acciuffare i malviventi e, magari restituire l’incasso rubato.
Ad occuparsene sono i Carabinieri della Compagnia di Thiene e della stazione di Sandrigo ad essa collegata che, come conferma dal comandante fresco di nomina Cap. Mario Sorice, stanno vagliando tutti i filmati di videosorveglianza pubblica e privata disponibili e battendo ogni via investigativa utile. Tutta la Pro loco e gli oltre 200 volontari impegnati nella sagra annuale sono a disposizione degli inquirenti, oltre che arrabbiati, e oltremodo solidali con la coppia che ha subito la rapina e l’aggressione, finendo in ospedale. Contusioni per l’uomo, fratture ad un arto superiore per la donna, strattonata e caduta a terra.
Ieri, intanto, un’automobile che parrebbe corrispondente alla Seat che è stata utilizzata per la fuga del trio di uomini, dopo aver spintonato i due volontari scippando due borselli con le banconote, è stata trovata bruciata a Povegliano, nel Veronese. Pare invece difficile che altri furti accaduti nella stessa serata e nella stessa note al bar del patronato del centro Arena – un fondo cassa di qualche decina di euro – e abitazioni private della zona, possano essere attribuibili alle stesse “manolesta”. Nessuno, con un bottino di trentamila euro in mano, se le sarebbe sporcate rischiando di venire scoperti, mentre è oramai una pratica consolidata nel sottobosco criminale andare a parare, in occasione di sagre paesane ed eventi ad alto afflusso, in abitazioni e sedi di associazione lasciate incustodite.
I filmati ripresi lunedì sera al momento dello “strappo” dei due borselli contenenti il denaro – azione che ha portato al ferimento di due malcapitati volontari, Fabio e Federica Santini – e le testimonianze dei feriti e di altre persone che hanno “incrociato” i malfattori, potranno fornire elementi utili all’inchiesta. Non sarà facile, però, risalire agli artefici del “sacco del Bacalà“, visto che si tratta probabilmente di rapinatori esperti: avevano studiato a tavolino il piano per mettere le mani sull’incasso. Sfruttando l’unica falla, probabilmente, di un sistema di controllo di persone e luoghi affollati che per le otto serate precedenti di festa aveva funzionato a dovere, senza alcun intoppo. Un blitz che ha “fruttato” circa 29.300 euro dopo la quantificazione precisa da parte degli organizzatori.
Il sindaco, ieri, ha espresso il suo pensiero pubblicamente. “Esprimo vicinanza e solidarietà alla Pro loco, al presidente Chemello, a Fabio e Federica per il duro colpo subìto nella serata di lunedì. Rammarica – scrive Marika Rigon – che persone impegnate senza riserve nel mantenere vive tradizioni e iniziative culturali per la comunità, si trovino a dover subire furti e aggressioni rischiando la propria incolumità. Auspico che l’apprezzabile lavoro delle forze dell’ordine permetta di consegnare gli autori alla giustizia!”. Sulla stessa onda anche Zaia, che appreso ieri mattina la notizia.
“Esprimo con tutto il cuore la mia vicinanza e invio i più sentiti auguri di pronta guarigione dalle contusioni riportate ai due volontari rimasti vittima della violenta rapina avvenuta ieri sera alla Sagra del Baccalà di Sandrigo. Contemporaneamente esprimo tutta la solidarietà all’intera comunità; quanto successo è un grave atto delittuoso ma anche oltraggio vergognoso a chi dedica il suo tempo libero alla collettività consentendo di mantenere le tradizioni che sono uno dei pilastri del nostro Veneto. Spero – si conclude così il messaggio affidato agli organi di stampa – che i volontari coinvolti trovino la forza per superare questa esperienza e tornare alla normalità e al loro spirito di sempre il prima possibile”.