Festa, vip e commozione per la prima al cinema di “800 Giorni”. In sala anche Carlo Celadon
C’era anche Carlo Celadon, al cui rapimento il film si ispira, sabato sera al Cinema Verdi di Breganze, dove c’è stata la “prima” (dopo la presentazione alla Festa del cinema di Venezia a inizio settembre) di “800 giorni” il film di Dennis Dellai e Progetto Cinema sulla stagione dei sequestri di persona, negli anni ’80.
Una “prima” che ha aperto il Breganze Film Festival e alla quale hanno partecipato anche il prefetto Salvatore Caccamo, il questore Paolo Sartori, rappresentanti delle forze dell’ordine, il presidente del Consiglio Regionale Roberto Ciambetti e alcuni sindaci (Piera Campana di Breganze, Luca Cortese di Sarcedo, Sandro Maculan di Zugliano, Marco Guzzonato di Marano Vicentino), nonchè esponenti del mondo imprenditoriale, a partire dai vertici di Confindustria Vicenza con Laura Dalla Vecchia e Armido Marana (che con Pietro Sottoriva, produttore del film e capo-cordata fra chi lo ha sostenuto, animano il Distretto della Scienza e della Tecnologia di Schio). Soprattutto, però, c’era tutto il gruppo di volontari e appassionati che fanno parte dell’associazione “Progetto Cinema”, che con gli sceneggiatori Dennis Dellai e Giacomo Turbian hanno messo anima e corpo (e impegnato tutti i loro fine settimana) per realizzare il film che, va detto subito, è bello e merita davvero di essere visto.
Le prime quattro proiezioni, curate dal Cineforum G.Verdi di Breganze, sono andate tutte velocemente sold-out e nei prossimi giorni si replica in altri sale della provincia e non solo. La prima proiezione, sabato sera 30 settembre, è stata preceduta da un brindisi offerto dalla Cantina Beato Bartolomeo ai soli spettatori e da un ingresso di gala, con tanto di “red carpet” in stile-Lido. “Da molte settimane questo film rimbalza sui giornali – ha esordito Stefano Messuri a nome del Cineforum – e dopo il Leone di Vetro a Venezia è già certa una lunga tournée. Il film è un’idea ben realizzata che sa mettersi in contatto con gli spettatori”.
“Ripeto qui quanto già detto a Venezia – ha aggiunto Roberto Ciambetti -: ‘800 Giorni’ è un film che era giusto fare per ricordare un periodo che molti di noi hanno rimosso, una stagione di persone rapite che a volte anche nel vicentino non son più tornate a casa. Il film centra perfettamente il clima di quegli anni. Per noi come Regione è un film importante e vi porto anche i saluti del presidente Luca Zaia”. “Dennis Dellai non è solo bravo, ha anche una sensibilità umana che gli fa onore. Siamo orgogliosi che tutte le proiezioni qui a Breganze vedano le sale piene” ha aggiunto la sindaca di Breganze Piera Campana.
La pellicola vede nel ruolo dei protagonisti (Paolo Pierobon, il rapito, e la sua fidanzata Maria Sartori) i giovanissimi Marta Dal Santo e Matteo Dal Ponte, a fianco dei quali vi sono interpreti di maggiore esperienza come il thienese Davide Dolores (che ha recitato in numerose serie Rai), Vasco Mirandola (tra gli interpreti del film Premio Oscar Mediterraneo) e Fabio Testi, che nel film ha il ruolo di basista in Veneto dei rapitori.
La storia non ripercorre pari pari il sequestro ma vi si ispira in alcuni aspetti. “Avevamo fatto un patto con Carlo e la sua famiglia: il film doveva marcare un certo distacco dalla sua storia personale ed è un rispetto che abbiamo voluto mantenere” spiega Dennis Dellai.
800 Giorni è stato realizzato puntando su una schiera di non professionisti del cinema, sia come comparse che dietro le quinte, che hanno messo nella sua realizzazione anima e corpo, consentendo di realizzare un ottimo prodotto cinematografico con soli 50 mila euro di costi. E proprio la “crew”, ha voluto evocare l’altro sceneggiatore di 800 giorni, Giacomo Turbian: “Voglio ricordare la squadra meravigliosa di Progetto Cinema”.
In sala, arrivata direttamente da Rimini dove fino a pochi mesi fa è stata vicequestore, c’era anche Fiorenza Maffei, l’unica poliziotta del Nucleo anti-sequestri in Aspromonte a quei tempi e presente in una delle foto scattate al momento del rilascio, il 4 maggio 1990: all’epoca era una giovane commissaria entrata da poco in Polizia. “Eri pelle e ossa quando ti hanno rilasciato. Ti abbiamo trovato ed eri molto provato, ma nonostante tutto eri lucidissimo. Considero essere qui stasera con te un regalo per la mia pensione” ha raccontato abbracciandolo. “In quel momento avevo un gran bisogno di parlare” le ha risposto Celadon, che rimase nelle mani dei suoi rapitori, in una buca per 831 giorni, il più lungo sequestro di persona in Italia (fu rapito nella sua villa di Arzignano il 25 gennaio 1988). Oggi ha 54 anni, fa l’impreditore e ha due figli.
Unica nota un po’ stonata della serata, l’attore Fabio Testi (che nel film recita il ruolo del basista in Veneto della banda), che nel suo intervento dopo essere partito dall’importanza del cinema indipendente e fatto con poche risorse, si è lasciato andare in commenti politici, contro la Rai e i film americani che ai più sono sembrati fuori luogo.
Quello che rimane della serata non è però quanto detto dall’ex grande attore, ma gli applausi, lunghi e meritati, a Carlo Celadon, al film e ai suoi artefici.