Festival delle Regioni, Meloni: “Attenzione alle famiglie. Avanti sulle autonomie”
Intervento a tutto tondo della premier Giorgia Meloni al Festival delle Regioni a Torino, non senza momenti di tensione tra manifestanti e polizia. Nella giornata conclusiva il presidente del Consiglio ha voluto ricordare come “l’Italia sia un mosaico di territori dalle potenzialità straordinarie, ogni territorio può contare su energie e risorse estremamente importanti che meritano di essere conosciute, valorizzate e messe in rete. Nessuno deve essere lasciato indietro” perché, ha aggiunto la Meloni, “si vince e si perde tutti insieme”.
“E’ questa la ragione per cui il governo ha deciso di dare impulso alla strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne e prendersi cura di quei territori che oggi sono a rischio spopolamento. Una leva straordinaria per colmare i divari tra aree interne e grandi città, costa e montagna è quella di utilizzare al meglio tutte le risorse nazionali ed europee che abbiamo a disposizione, in un quadro di insieme, ovvero: evitando le dispersioni, le duplicazioni, interventi che non siano strutturali e qui chiaramente non posso non venire al tema del Pnrr”.
Sul Pnrr: “dal 2021 non ha dato alle Regioni in giusto peso”. “Dobbiamo riuscire a spendere al meglio tutte queste risorse: perché non ne abbiamo molte, perché ci sono moltissime cose da fare, ed è importante lavorare tutti assieme per rendere questa nazione più competitiva in un lasso di tempo breve”. “In alcuni casi la programmazione del Pnrr ha finanziato progetti non in linea con i fabbisogni, in altri non è riuscito a ridurre i divari del territorio”. “Questo – ha aggiunto la Meloni- ha generato un paradosso: da un lato lo Stato ha richiesto tutta la sua quota a debito nell’ambito del Pnrr, dall’altro gli oltre 46miliardi di stanziamenti europei a fondo perduto per le politiche di sviluppo e coesione territoriale rischiavano di restare scollegati dal resto del lavoro. Per questo abbiamo deciso di riunire sotto una stessa delega, sia la gestione del Pnrr che quella dei fondi di coesione, perché volevamo dare il più possibile una visione unitaria e strategica alle risorse che avevamo a disposizione”.
Accordi di Coesione “sono frutto di un lavoro di squadra”. Vengono sottoscritti dal governo nazionale e dalle Regioni e interessano priorità che devono essere condivise. Cioè le proposte arrivano dalle Regioni, ma per essere finanziate devono saper rientrare in una strategia complessiva di sviluppo”. “Inoltre – prosegue la Meloni-, gli accordi prevedono un meccanismo automatico di definanziamento, per le eventuali risorse che non vengono utilizzate, cioè laddove non vengano rispettati i tempi, laddove quelle risorse rischieranno di andare disperse, verranno utilizzate per altro”.
Sulla Sanità la Meloni punta sulla “sostenibilità del sistema”. La premier ha evidenziato un quadro complesso, “che vede l’incremento dell’età media e l’aumento delle patologie collegate all’età, il costo elevato di farmaci innovativi, e diversi altri fattori. Sarebbe miope concentrare la discussione solo sull’aumento delle risorse: dobbiamo invece concentrarci su un discorso più ampio, capendo come le risorse vengono spese. Siamo pronti a fare questo lavoro molto importante e difficile e sono certa che avremo al nostro fianco le Regioni e le Province autonome con le loro fondamentali competenze. Il nostro sistema di welfare non può reggere se abbiamo la popolazione che continua a invecchiare e sempre meno persone che possono sostenerle, dobbiamo investire sulla natalità”.
Schlein: “Meloni prende in giro le persone”. A queste parole la segretaria del Pd Elly Schlein ha replicato: “Giorgia Meloni, anziché ravvedersi sui tagli previsti per la Sanità, continua a prendere in giro le persone, comprese quelle che l’hanno eletta. Dire che la Sanità è una priorità ma che l’impegno non si misura sui soldi messi a disposizione è la beffa dopo il danno. Noi pretendiamo che questo governo investa i fondi necessari”.
Sulle riforme “si va avanti”. Abbiamo davanti “l’anno delle riforme con cui intendiamo cambiare l’architettura” istituzionale. Questa è “l’occasione per un’Italia più unita coesa e forte”, per “garantire a tutti i cittadini lo stesso livello dei servizi”, per dare “più poteri alle Regioni garantendo sempre coesione nazionale”.
La premier tornando poi sulla vicenda della mancata convalida del fermo di tre migranti ha ribadito: “non c’è nessuno scontro con la magistratura”. “Dico quello che penso. La magistratura è libera di disapplicare una legge del governo e il governo è libero di dire che non è d’accordo”. Intanto il capo della procura di Roma, Francesco Lo Voi, nella sua audizione in Commissione Giustizia del Senato che sta esaminando il ddl Nordio, ha spiegato che entro il 2027 non ci sarà nessun aumento di organico delle toghe.