Ma quale fast food: con la cucina dei nonni più in salute. E si salva il territorio
“Riscopriamo l’alimentazione dei nostri nonni, per vivere in salute e meglio. E, soprattutto, riscopriamo le tradizioni e la cultura che appartengono al mondo agricolo e che, un tempo, erano un bene comune assolutamente noto ed apprezzato”.
Con queste parole il presidente di Coldiretti Vicenza, Pietro Guderzo, è intervenuto ieri sera al convegno sul tema “La filiera del buon gusto. Il made in Italy: stile e qualità di vita”, svoltosi a Villa Barbarigo a Noventa Vicentina, nell’ambito della tradizionale Mostra dei prodotti dell’Area Berica, agroalimentari d’autunno e moderato dalla vicepresidente di Coldiretti Vicenza, Cristina Zen.
“Nel dopoguerra – prosegue ancora Guderzo – l’agricoltura doveva produrre cibo per sfamare, mentre oggi il nostro ruolo non si limita più soltanto a questo. Infatti, le nostre aziende guardano sempre più alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica ed alla tutela del territorio. Non possiamo permettere che le nostre produzioni ci vengano sottratte a favore di prodotti che hanno poco a che fare con il cibo sano e vero. Rivolgiamo un forte appello alla politica, affinché si faccia parte attiva, con i fatti, per tutelare questo mondo straordinario e per sostenere le battaglie di Coldiretti per preservarlo dai più svariati attacchi”.
Con queste parole il presidente di Coldiretti Vicenza, Pietro Guderzo, è intervenuto ieri sera al convegno sul tema “La filiera del buon gusto. Il made in Italy: stile e qualità di vita”, svoltosi a Villa Barbarigo a Noventa Vicentina, nell’ambito della tradizionale Mostra dei prodotti dell’Area Berica, agroalimentari d’autunno e moderato dalla vicepresidente di Coldiretti Vicenza, Cristina Zen.
Dopo i saluti del sindaco di Noventa Vicentina, Mattia Veronese, la serata è entrata subito nel vivo con l’intervento di Lorenzo Bazzana (Area Economica Coldiretti Nazionale), che ha evidenziato come l’agroalimentare italiano valga oltre 580 miliardi di euro, equivalente al 25 per cento del prodotto interno lordo, quindi della ricchezza del Paese, che è in grado di offrire 5450 prodotti tradizionali: “Tutto ciò rappresenta la nostra biodiversità – spiega Bazzana – che non fa parte solo dell’agricoltura, ma dell’agroalimentare. Il mondo agricolo è un mondo sostenibile, che genera un’economia circolare, e realizza prodotti straordinari, che sono i meno contaminati dell’Unione europea. Molti paesi, non soltanto europei, infatti, hanno iniziato oggi a limitare l’uso dei fitofarmaci, ponendo in atto delle strategie che l’Italia attua da quarant’anni”.
Bazzana ha evidenziato anche come molti cittadini pensino che l’uso di fitofarmaci sia aumentato negli ultimi anni, mentre il loro uso, in Italia, si è ridotto del 50 per cento negli ultimi trent’anni: “Questo fa comprendere quanto bisogno ci sia – prosegue Bazzana – di informazione e comunicazioni chiare, unitamente ad un’etichettatura che sia in grado di trasferire immediatamente al consumatore le caratteristiche vere del prodotto”.
A fronte di tutto ciò, il fatturato del falso made in Italy è di oltre 120 miliardi, contro meno della metà di export: “Dati che ci fanno capire – conclude Bazzana – quanto sia importante difendere le nostre produzioni dall’ultima minaccia arrivata in ordine di tempo, che è rappresentata dai prodotti sintetici: carne, latte, pesce ed ortofrutta, che oltre a non sfamare il mondo, per gli alti costi di produzione, richiede molta energia ed inquina sensibilmente”.
Il direttore del Sian dell’Ulss 8 Berica, Pierpaolo Pavan, ha evidenziato che “la dieta mediterranea, che purtroppo è stata soppiantata nel nostro paese, rappresenta una straordinaria opportunità per vivere in salute, bene e, soprattutto, per prevenire molte malattie. Il suo equilibrato apporto di tutti gli elementi necessari, infatti, ci permette di proteggere il nostro corpo, che oggi consuma troppi cibi sofisticati. Queste cattive abitudini, accanto ad uno stile di vita sedentario, rappresentano un serio problema per la salute”.
Concetti che ha condiviso pienamente anche il cuoco, enogastronomo e scrittore, Amedeo Sandri: “La cucina dei nonni va riscoperta, così come il cibo semplice, ricordando anche che non bisogna sprecare e non si deve buttare via ciò che si avanza. In tutto ciò la famiglia gioca un ruolo fondamentale nei confronti dei figli, ai quali va insegnato a preparare da mangiare, non ad aprire una merendina o ad andare al fast food”.