L’open day in Villa Ghellini conquista il pubblico: sold out per l’opera del Pizzocaro
Un vero assalto di pubblico con oltre 120 persone quello che nel pomeriggio di ieri è accorso per la Giornata delle Ville Venete 2023, ad assaporare gli spazi di Villa Ghellini aperti in tutti i locali accessibili per l’intero pomeriggio.
A introdurre un pubblico attento e variegato anagraficamente nell’esperienza culturale fortemente voluta dall’amministrazione comunale di Villaverla, la magistrale esposizione del professor Luca Trevisan, accademico olimpico esperto in storia dell’arte con all’attivo, tra le altre, una monografia dedicata proprio ad Antonio Pizzocaro, autore di Villa Ghellini.
Un “muraro” così come viene definito nei documenti storici citati da Trevisan stesso: concreto e laborioso Pizzocaro concentrò i suoi cantieri nel Vicentino dove si fece apprezzare per l’incredibile modernità, capace di togliere orpelli e decorazioni dalle sue creazioni riducendole all’essenziale in linea con l’austerità di un tempo più cupo, tra crisi climatiche ed epidemie che solo a Vicenza falcidiarono oltre la metà della popolazione residente. Da Villa Cà Beregane a Villa Schio, sino, proprio nel capoluogo berico, all’oratorio dei Proti, Palazzo Piovini e la Chiesa di San Giuliano solo per citare alcune delle opere progettate dal “genio misurato” nato a Montecchio Maggiore da famiglia di origini bresciane.
Ma fu proprio il manufatto emblema di Villaverla, commissionato nel 1663 da Guglielmo Ghellini che voleva farne la dimora della sua famiglia a due passi da Vicenza, a rivelare un nuovo Pizzocaro nell’inedita realizzazione di un’opera controtendenza rispetto al suo “credo”: un’esibizione di sfarzo e di ricchezza, forse costretto dalle mode e da tempi nel frattempo cambiati. Un diciassettesimo secolo dove le rivendicazioni crescenti della borghesia, avevano spinto la nobiltà all’ostentazione materiale di una classe sociale ritenuta un’élite quasi per diritto divino.
3800 le ville venete censite, 800 quelle visitabili in tutto il Veneto con architetti del calibro di Palladio, Scamozzi e lo stesso Pizzocaro: dopo l’intervento quasi affrescato del Professor Trevisan capace di portare la platea in un mondo lontano e affascinante, la visita ai locali accessibili dell’edifico seicentesco prima dell’ultimo appuntamento stavolta con la musica impreziosita dal suono degli archi.
“Crediamo fortemente nel valore sociale di Villa Ghellini – hanno ribadito Enrico De Peron e Sara Schizzarotto, rispettivamente Sindaco e assessore all’Istruzione di Villaverla – uno spazio di cultura e di comunità che crediamo sia fondamentale tutelare. Certo non sarà semplice per un piccolo comune farsi carico di un patrimonio tanto vasto: ma saremo in prima fila, a partire dalle piccole cose. Come il prezioso lavoro di volontari che hanno pulito e riordinato molte stanze, eliminando incuria e rifiuti accantonati da anni”.
Un inizio che fa ben sperare: l’occasione per raccontare di un patrimonio comune – quello delle ville venete – mai sufficientemente valorizzato, eppure custode di tradizioni ed essenza identitaria di quelle terre che furono della Serenissima.