Manovra: Meloni boccia prelievo dai conti correnti. Al vaglio le ultime ipotesi prima dell’approdo in Aula
In attesa che tra oggi e domani approdi in Parlamento, la Manovra è ancora aperta e Lega e Forza Italia vanno in pressing chiedendo limature in particolare sul capitolo pensioni e quello sulla cedolare secca sugli affitti brevi. La premier Meloni, invece, interviene in prima persona per normare la bozza che prevedeva il prelievo diretto dai conti correnti da parte del Fisco. Intanto i sindacati (Cigl e Uil) annunciano il ritorno in piazza proprio contro la legge di Bilancio.
“Non ci sarà nessuna incursione nei conti correnti”, assicura Matteo Salvini mentre da Palazzo Chigi si spiega che si tratta solo di un’ottimizzazione di strumenti digitali già esistenti ma non c’è “alcun accesso diretto ai conti correnti da parte dell’Agenzia delle entrate per recuperare le imposte non pagate”. E in serata arriva il no definitivo di Giorgia Meloni che, su Facebook, afferma: “Avviso ai naviganti: nella legge di bilancio non c’è la norma che consentirebbe all’Agenzia delle Entrate di accedere direttamente ai conti correnti degli italiani per recuperare le imposte non pagate. Consiglio di non inseguire i sentito dire o documenti non ufficiali”.
Sul fronte previdenziale nelle ultime versioni della Manovra viene escluso l’anticipo alla fine del 2024 dell’adeguamento alla speranza di vita per chi va in pensione a prescindere dall’età. L’ipotesi circolata nelle ultime ore sarebbe infatti quella di tornare al 2027. Nelle ultime ipotesi sfuma anche il rischio di un intervento sul turn over nella pubblica amministrazione: l’articolo, che nelle prime indiscrezioni circolava solo come titolo, non figurerebbe negli ultimi testi.
In merito a Quota 104 la Lega, che ha sempre fatto dello stop alla legge Fornero e di Quota 41 una propria battaglia, si deve al momento confrontare con l’ipotesi di mantenere quota 103 ma con un ricalcolo contributivo. “L’obiettivo è il superamento della legge Fornero”, ribadisce il vicesegretario leghista Andrea Crippa.
Intanto Cgil e Uil annunciano scioperi contro la Manovra. Per la terza volta insieme e senza la Cisl si mobilitano mettendo in campo la mobilitazione per chiedere di cambiare una legge di Bilancio che considerano sbagliata. Lo avevano fatto nel 2021 contro la Manovra del governo Draghi e l’anno scorso contro la prima Manovra del governo Meloni. Ora di nuovo: la formula decisa vede scioperi di otto ore dei lavoratori, con manifestazioni a livello territoriale e regionale, articolati in più date: venerdì 17 novembre la prima per le regioni del Centro. Poi venerdì 24 novembre sarà la volta delle regioni del Nord e venerdì 1 dicembre quelle del Sud. A questo calendario si aggiungono la Sicilia il 20 novembre, mentre la Sardegna dovrebbe scioperare il 27 novembre.