Mancano 25 voti, a rischio le nozze tra Sovizzo e Gambugliano. Deciderà la Regione
Solo 25 voti. Sono veramente pochi ma cruciali i voti mancati all’appello l’altra sera alla fine dello spoglio che doveva sancire la fusione tra Gambugliano e Sovizzo dopo una domenica di referendum vissuta al cardiopalma.
“È lei favorevole al progetto di legge numero 207 relativo all’istituzione del nuovo Comune denominato “Sovizzo” mediante fusione dei Comuni di Sovizzo e Gambugliano della Provincia di Vicenza?”: questo il quesito referendario sottoposto al giudizio dei cittadini di Gambugliano e Sovizzo, rispettivamente 800 e 7500 abitanti residenti.
E se nel primo caso alle urne si è recato il 56,37% degli aventi diritto, a Sovizzo l’affluenza si è fermata al 29,63%: il “sì” alla fusione ha invece ricevuto la crocetta per il 65% a Gambugliano, contro il 94% raccolto invece a Sovizzo. Ed è proprio nel comune maggiore che però sono mancati gli elettori: per essere valido, il quorum era fissato per entrambi al 30% (+ 1)degli aventi diritto al voto. Quasi una beffa dato che proprio a Sovizzo, fino all’ultima revisione delle liste elettorali per il conteggio dei residenti all’estero avvenuta a fine agosto, il quorum era stabilito al 25%.
Dati che comunque non fanno demordere i due primi cittadini, Paolo Garbin per Sovizzo, e Matteo Forlin per Gambugliano, in prima linea in questi mesi per una convinta campagna pro fusione con tanto di scambio di reciproche visite a sostegno delle rispettive serate informative pubbliche, convinti della bontà dell’operazione sia dal punto di vista finanziario che dal punto di vista delle opportunità strutturali e di servizio alla popolazione. Ora a decidere, a meno di ricalcoli poco probabili sul dato dell’affluenza sovizzese, a decidere sarà la Regione.