Ecco le sei opere anti-dissesto che ieri sera hanno salvato il Veneto
In questi giorni di grandi piene sono entrati in funzione in Veneto alcuni dei grandi bacini di laminazione che la Regione ha realizzato dopo l’alluvione del 2010 e che hanno fatto la differenza.
In particolare sono stati attivati alcuni bacini di laminazione. Uno, quello sul Muson a Riese Pio X (Treviso), è entrato in funzione alle 18.45 del 2 novembre proteggendo il Castelfranco Veneto e l’Alta Padovana dalla piena delle 20.30 di ieri.
La cassa di laminazione di Caldogno, primo bacino avviato dopo la grande piena del 2010 ed ultimato nel novembre 2016, è stata attivata invece alle ore 20.50 di ieri e chiusa poco dopo mezzanotte, abbattendo di circa 80 cm il livello del Timonchio.
Il bacino di laminazione di Montebello è stato attivato alle 17.30 di ieri e chiuso a mezzanotte e mezzo, invasando circa 800.000 mc sui 5 milioni disponibili.
Sono arrivati quasi a quota di sfioro ma non sono entrati in funzione il bacino di laminazione sul torrente Orolo nei comuni di Costabissara e Isola Vicentina e bacino di laminazione sul Monticano/Borniola a Fontanelle (Treviso).
“Così come per il Mose che in questi giorni sta salvando Venezia e per le migliaia di cantieri realizzati per un importo complessivo di oltre 2 miliardi di euro, sono opere realizzate spesso con tante contestazioni, ricorsi, polemiche. Invece anche stavolta sono state decisive per il Veneto” ha commentato in conferenza stampa stamattina il governatore del Veneto, Luca Zaia, che ha voluto anche ringraziare “gli uomini e donne dei nostri Geni Civili, dei Servizi Forestali, di Arpav, della Protezione Civile che hanno provveduto ad aprire le casse e i bacini e a realizzare tutti gli altri interventi con tempestività, col buio, con il diluvio. Questi sono i veneti!”.