Presidente Zaia, la sua maggioranza ha un problema con le donne, dissociarsi non basta più
Lettera aperta a Luca Zaia
Questa volta, presidente Zaia, dissociarsi non basta più, non è sufficiente perché non cambia la sostanza di quanto sta avvenendo. Ho apprezzato quanto ha detto domenica sera in trasmissione da Fabio Fazio e anche la decisione di dichiarare lutto regionale per la morte di Giulia Cecchettin, ma le affermazioni del consigliere Stefano Valdegamberi (che fa parte della maggioranza, perché eletto nelle fila della lista Zaia e passato al gruppo misto ad inizio mandato solo per poter controllare anche quel gruppo consiliare), sono di una gravità inaudita. Oltre che indelicate, denotano poi una totale mancanza di empatia verso la sofferenza indicibile della famiglia Cecchettin. Un tale comportamento, da parte di un rappresentante dei cittadini veneti e delle istituzioni, stipendiato da tutti noi, è intollerabile.
Il più delle volte, però, per comprendere davvero la portata di quello che succede, occorre mettere in fila più fatti, invece di considerandoli singolarmente. E ci sono tre fatti che per chi ha una responsabilità pubblica iniziano a diventare ingombranti come un elefante dentro un negozio di cristalleria. Fatti accaduti in pochi mesi con protagonisti consiglieri regionali che la sostengono e che denotano un problema nella sua maggioranza.
7 marzo 2023: il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Joe Formaggio è accusato di molestie sessuali dalla collega della Lega Milena Cecchetto. L’episodio avviene a Palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale: contatti sgraditi e molesti, avvenuti in un divanetto dove i due si sono seduti e stanno parlando.
Lei allora espresse vicinanza alla consigliera e chiese chiarezza. Formaggio fu sospeso da ogni carica e incarico in Fratelli d’Italia e per cinque giorni dal Consiglio Regionale. Tante scuse e dieci mila euro di risarcimento, affidate dalla Cecchetto a un’associazione in favore delle donne. Tutto però è stato solo momentaneo: il tempo di far passare la tempesta mediatica e ogni cosa è tornata come prima. Per Formaggio solo un “buffetto” praticamente, tanto che dopo è tornato al suo solito “mood” sopra le righe e oltre ad essere di nuovo in Consiglio al alzare la manina, agisce di nuovo sul territorio per conto di Fratelli d’Italia.
19 ottobre 2023: “I ragazzotti neri, anzi bisogna dire di colore adesso, forse alle donne piacciono perché hanno un’altra dote sotto, dai!“. La frase meschina e offensiva è stata detta in dialetto durante una trasmissione televisiva del consigliere regionale della Lega Fabiano Barbisan, eletto nella lista Zaia e poi passato al gruppo Misto (dopo l’espulsione dal movimento). Uno “show” che fece il giro del web, scatenando le ire di molti utenti.
20 novembre 2023: veniamo ad oggi e alle parole di Stefano Valdegamberi. “Le dichiarazioni della sorella di Giulia non solo non mi hanno convinto per la freddezza ed apaticità di fronte a una tragedia così grande ma mi hanno sollevato dubbi e sospetti che spero i Magistrati valutino attentamente. Non condivido affatto la dichiarazione che ha fatto. Mi sembra un messaggio ideologico, costruito ad hoc, pronto per la recita. E poi quella felpa con certi simboli satanici aiuta a capire molto…spero che le indagini facciano chiarezza. Società patriarcale?? Cultura dello stupro?? Qui c’è dell’altro? Basta andare a vedere i suoi social e i dubbi diventano certezze. Il tentativo di quasi giustificare l’omicida dando la responsabilità alla “società patriarcale”. Più che società patriarcale dovremmo parlare di società satanista, cara ragazza. Sembra una che recita una parte di un qualcosa predeterminato e precostituito”.
Lo ha scritto Valdegamberi sui suoi social, accompagnando il tutto col rilancio morboso di post del passato di Elena Cecchettin, denotando parecchia ignoranza, zero capacità di interrogarsi e un gran pelo sullo stomaco. Parole che mi sento di definire “fetide”, per una ragazza che fin dal primo momento, dentro a un infinito dolore, ha avuto toni misurati, umanità, un coraggio cristallino e una lucidità di analisi che il consigliere regionale veronese davvero non sa cosa sia. Fra le lucide affermazioni che Elena Cecchettin ha detto in questi giorni ce ne son tante che fanno riflettere, molte condensate nella lettera pubblicata dal Corriere del Veneto. Una delle sue frasi dei giorni è di una profondità disarmante: parlando di Filippo Turetta ha detto “l’odio non è per sempre”.
Il post di Valdegamberi (insieme ai commenti che ha generato) è una dimostrazione di quanto il patriarcato (e chi non sa cosa sia vada a farsi una ricerca in rete) sia presente nella società e nelle istituzioni. Perché una giovane donna non è libera di esprimersi come sceglie e le viene detto anche come dovrebbe dare voce al suo dolore.
La gravità di quanto accaduto fra Vigonovo e Fossò, nel “nostro” Veneto, e l’ondata di sdegno che ha generato in tutta Italia fanno capire come dissociarsi da Valdegamberi sia troppo poco ed inutile se non ci son conseguenze per il diretto interessato, perché proprio a chi ha un ruolo pubblico va chiesto il massimo della responsabilità al fine di evitare un clima favorevole alla violenza sulle donne.
Quelli elencati sopra sono tre fatti che denotato un terreno dove il maschilismo è ben radicato. Ne prenda atto, presidente Zaia, e agisca, non verso l’esterno ma verso i “suoi”.
Perché questa battaglia contro la violenza sulle donne non la vinceremo mai se non la prenderemo tutti davvero sul serio, se non saremo tutti impegnati dalla stessa parte: istituzioni, media, cittadini.
E ora non staremo più zitte. Faremo molto rumore.