Gaza, il veto degli Usa blocca la risoluzione Onu per il cessate il fuoco
Tutto come previsto. La risoluzione delle Nazioni Unite per un cessate il fuoco umanitario nella Striscia di Gaza, non è passata. E’ bastato il veto degli Stati Uniti a spegnere le già flebili speranze di tregua. Gli Usa avevano già preannunciato la loro opposizione al testo presentato dagli Emirati nella riunione d’urgenza convocata dal segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres per discutere della situazione umanitaria nell’enclave palestinese.
Il testo degli Emirati – che chiedeva anche la protezione dei civili, il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi ancora detenuti da Hamas – ha ottenuto 13 voti a favore, un astenuto (la Gran Bretagna) e il veto americano. Nei giorni scorsi, Guterres ha inviato una lettera al Consiglio invocando per la prima volta da quando è in carica l’articolo 99 della Carta dell’Onu, che consente al segretario generale di portare all’attenzione del Consiglio di sicurezza «qualsiasi questione che, a suo avviso, possa minacciare il mantenimento della pace e sicurezza internazionale». Hamas stessa aveva precedentemente fatto appello al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per chiedere di porre fine alla “guerra brutale”.
E mentre Israele ringrazia gli Stati Uniti e il presidente Biden “per essere stati fermamente” al loro fianco “e per aver dimostrato la loro leadership e i loro valori” da Hamas arriva una ferma condanna: “L’ostruzione degli Stati Uniti all’approvazione di una risoluzione per il cessate il fuoco è una partecipazione diretta con l’occupazione all’uccisione del nostro popolo e nel commettere ulteriori massacri e pulizia etnica”, ha affermato in una nota al-Risheq, membro dell’ufficio politico definendo la mossa di Washington “non etica e disumana”.
Condanna anche da parte dell’Oxfam secondo cui il veto Usa mette “un altro chiodo nella bara per la credibilità degli Stati Uniti in materia di diritti umani”. Gli Stati Uniti rischiano la “complicità in crimini di guerra” afferma il direttore di Human rights watch (Hrw) all’Onu, Louis Charbonneau.