Manovra del Governo: rimodulati i fondi per il ponte sullo Stretto. Niente modifiche al Superbonus
Il Governo rende noti gli emendamenti annunciati nei giorni scorsi. Tra questi, la rimodulazione dei fondi stanziati per il Ponte sullo Stretto con una riduzione degli oneri a carico dello Stato di 2,3 miliardi. Le risorse risparmiate dallo Stato vengono recuperate dal Fondo di sviluppo e coesione: 718 milioni dalla quota del fondo destinata alle amministrazioni centrali e 1,6 miliardi dalla quota destinata alle Regioni Calabria e Sicilia. Una ripartizione che fa sollevare le opposizioni, con il Pd che denuncia lo “scippo dei fondi coesione” e parla di “carrarmati di Mussolini” in moto.
Nessuna modifica, invece, al Superbonus come circolato nelle ultime ore. Forza Italia ha chiesto una proroga per i condomini, proposta bocciata subito dal Mef. Anche Fratelli d’Italia con il senatore, e relatore, Guido Liris propone una soluzione che allenti la stretta sul Superbonus e copra i lavori degli ultimi mesi del 2023, attualmente a rischio di finire rimborsati solo al 70% e non più al 110%. Tuttavia ricorda il vicepremier Antonio Tajani che c’è anche il Milleproroghe. Al momento dunque, il 31 dicembre è l’ultimo giorno utile per produrre fatture rimborsabili al 110%. Dal 1 gennaio, i lavori saranno rimborsati al 70%.
Per quanto riguarda le prime case, per l’anno 2024 per “supportare l’acquisto della prima casa da parte di famiglie numerose, sono incluse tra le categorie aventi priorità per l’accesso al credito” garantito dal Fondo di garanzia per la prima casa le famiglie con tre figli di età inferiore a 21 anni e un Isee sotto i 40mila euro; quelle con quattro figli e Isee sotto i 45mila e quelle con 5 figli e Isee oltre i 50mila euro annui. La garanzia del Fondo è inoltre crescente con il numero di figli: 80% della quota capitale con 3 figli, 85% con 4 e del 90% con 5 figli. Lo prevede un emendamento dei relatori depositato alla Manovra.
Sugli affitti : cedolare secca al 21% su una delle case affittate con affitto breve. Per le altre si applica il 26%. “Ai redditi derivanti dai contratti di locazione breve”, si legge nel testo di un emendamento, si applica “l’aliquota del 26% in caso di opzione per l’imposta sostitutiva nella forma della cedolare secca ma l’aliquota è ridotta al 21% per i redditi derivanti dai contratti di locazione breve relativi a una unità immobiliare individuata dal contribuente in sede di dichiarazione dei redditi”.
Sui tempi della Manovra, intanto, dopo il vertice di maggioranza alla Camera fonti di centrodestra fanno sapere che è “realistico” il via libera definitivo entro il 29 dicembre. Due le ipotesi esaminate: una per concludere i lavori prima di Natale, se dal Senato arriva l’ok entro il 19; l’altra è arrivare in commissione alla Camera prima del 25 e chiudere tra 27 e 30 dicembre.