Da Villaverla al Congo per aiutare i bambini di strada: la storia di Marco Rigoldi
Gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento rappresentano un momento di svolta decisivo per la storia dell’Africa: durante questi due decenni, infatti, i possedimenti europei nel continente si liberano dalle catene del colonialismo, guadagnando l’indipendenza. Ma la decolonizzazione non ha cancellato l’eredità storica della dominazione europea: partizione territoriale arbitraria e sfruttamento economico hanno prodotto, e continuano tutt’ora a produrre, conseguenze infauste per le prospettive di crescita e sviluppo degli Stati africani.
A pagarne il prezzo vi sono, tra gli altri, i bambini. Testimone di questa realtà è Marco Rigoldi: ospite della rubrica di Radio Eco Vicentino “Parlami di te”, Marco ha ricostruito le tappe del suo percorso di trasformazione da panettiere a missionario laico. Ma andiamo con ordine.
Ascolta “Da Villaverla a Goma, in Congo per aiutare i bambini di strada” su Spreaker.Originario di Villaverla, si diploma all’istituto alberghiero “Pellegrino Artusi” di Recoaro Terme, per poi dedicarsi all’“arte bianca”. La sua ambizione era quella aprire un panificio. Ma allora come è maturata in lui la scelta di andare in missione in Africa? “Ho sempre avuto un legame con il mondo del volontariato. Ho sempre cercato di essere presente in varie realtà per dare un aiuto, per dare ciò che posso dare. Dopo aver fatto per quattro anni il panettiere, ho sentito questa vocazione. Ho lasciato tutto e sono partito”.
Marco racconta anche un curioso aneddoto che spiega come mai la sua destinazione sia stata proprio la Repubblica Democratica del Congo: “Durante il mio ultimo giorno di lavoro, entra nel panificio un uomo che dice che i suoi due figli in Congo stanno avviando un progetto con la Caritas diocesana di Goma, e cercano una persona che insegni a fare il pane”. L’inizio di tale esperienza non è stato semplice: “Non ero mai stato in Africa; non avevo neanche mai preso l’aereo. Mi ha scombussolato la vita, è stata una novità sotto tutti i punti di vista. La lingua è stato l’aspetto più difficile nei primi giorni”. Tuttavia, “il resto non l’ho vissuto come se fosse una difficoltà: i cambiamenti sono stati novità positive, grazie alle quali poter crescere”.
Marco ha iniziato le sue attività a Goma insegnando appunto a fare il pane, avendo cura di distribuire le eccedenze ai bambini di strada. Ma ha ben presto capito che questo non era sufficiente: si doveva dare loro un aiuto maggiore. Ha prestato, pertanto, servizio per un anno presso un orfanotrofio, dando il proprio contributo come “tuttofare”. Nel 2019, poi, ha fondato Casa Goma Association, una Onlus che si occupa di aiutare i bambini di strada e le famiglie vulnerabili in condizioni di povertà estrema. Questa associazione funge da centro di recupero: “Troviamo i bambini in strada, li introduciamo nel nostro percorso e infine li reinseriamo nelle loro famiglie. Per quattro mesi, questi bambini possono venire presso il nostro centro e rimanervi dalla mattina alla sera, per poi tornare a casa al termine della giornata”. Finiti questi quattro mesi, “siamo noi che, per altri sei mesi, andiamo nelle loro case settimanalmente per controllare che vada tutto bene”. Fondamentali sono gli incentivi predisposti da Casa Goma volti a favorire l’accesso dei bimbi all’istruzione.
L’idea di fondo che ispira le azioni della Onlus è la seguente: “Quando il bambino – conclude il 28enne di Villaverla – è occupato per la maggior parte della giornata, non ha il tempo di vagabondare per strada e incorrere in certi vizi”. Più in generale, l’associazione porta avanti una serie di progetti miranti a rendere giustizia alle popolazioni africane: “È un modo per restituire tante delle cose che, senza saperlo, stiamo rubando all’Africa”. Per coloro che sono interessati a dare un aiuto a questa Onlus nelle sue iniziative, tutte le informazioni sono disponibili all’indirizzo internet.
Gabriele Silvestri