Vandali “montanari” in azione sulla Calà del Sasso: danneggiati gli animali scolpiti nel legno
Amarezza alla vigilia di Natale, compensata in parte dalla tenacia e dalla voglia di rimediare al “cattivo senso” altrui, hanno caratterizzato il fine settimana dello scultore ligneo William Rossi, giovane di Asiago, dopo l’operato di non meglio precisati vandali lungo la celebre Calà del Sasso. A darne notizia un portale web specializzato sulle notizie dall’Altopiano di Asiago.
Il percorso di 4.444 gradini costruiti in pietra che collega Valstagna all’omonima località Sasso di Asiago, sull’Altopiano dei Sette Comuni, un tempo percorsa da viandanti e asini da soma, e poi utilizzata come “canale naturale” dai boscaioli per far scendere il legname a valle, lungo la quale l’artista vicentino aveva posto – e donato – una serie di opere proprie raffiguranti animali dei boschi e personaggi delle leggende montane, scolpiti nei ceppi.
Alcune di queste sono state danneggiate e altre divelte, da sconosciuti. Appare scontata la “mano” umano come spiegazione: risulta infatti impossibile pensare ad animali selvatici o eventi atmosferici intensi – peraltro assenti negli ultimi tempi nella zona – come causa del problema che sarebbe stato scoperto nella prima mattinata di domenica (vigilia di Natale) dallo stesso scultore altopianese, salito per apporre un paio di nuove opere scolpite con la motosega, come da tradizione ogni fine dell’anno, per abbellire il percorso apponendo altre sue creazioni.
I danni sicuramente risalgono ai giorni precedenti, ma nessuno tra i tanti escursionisti che affrontano l’impegnativa camminata sui gradini, in particolare nel fine settimana, ne aveva segnalato i vandalismi fino ad allora. Comprensibile il dispiacere provato da Rossi e da chi lo accompagnava per aiutarlo nel riscontrare alcune statuette in legno sradicate e altre spezzate alla base, rimboccandosi subito le maniche per rimediare, dove possibile, oltre che “piazzare” le nuove sue opere: un colibrì blu su un fiore e una volpe rossa.
Tanti appassionati di montagna che percorrono i circa 8 chilometri totali che compongono la via di pietre della Calà del Sasso segnata e poi realizzata – così come la si vede oggi – nel XIV secolo -, e corrispondente al sentiero del Cai n°778. Con gambe allenate sono richieste circa tre ore e mezza di fatica per arrivare in prossimità di contrada Lobba a quota 930 metri dove si esauriscono gli scalini, partendo da valle, mentre in fase di discesa la Calà va affrontata con estrema cautela in caso di pioggia o umidità, per il rischio di scivolare sulle pietre. I visitatori con lo zaino in spalle, spesso, si fermano per un po’ di pausa proprio in prossimità delle sculture in legno, anche per una foto ricordo.