Il gruppo Cai dell’Ovest Vicentino piange il suo ex presidente. Oggi l’addio a Beato
“Buon viaggio, Giovanni. Lassù i sentieri sono infiniti”. Lo scrive un amico, dopo che un pilastro del Club Alpino Italiano è salito oltre le vette nei giorni scorsi, e sarà salutato oggi a Brendola, dove viveva. Giovanni Beato, di 68 anni di età, e mancato nello scorso fine settimana a seguito di una malattia a rapido e nefasto sviluppo che lo aveva messo a dura prova fino al triste epilogo recente. Nel mese di ottobre scorso, un malore lo aveva colpito e le sue condizioni di salute erano poi peggiorate.
Negli ultimi tempi, era assistito all’interno dell’hospice dell’istituto Scalabrin di Arzignano. Vicina nel lutto anche Tavernelle, nella vicina Altavilla Vicentina dove l’uomo era cresciuto, e Montecchio Maggiore, dove in tanti lo ricordano per gli incarichi ricoperti e pure per la sua attività lavorativa. Della classe ’55, quello di Beato è un nome noto nell’associazionismo locale e per quanto riguarda il Cai anche oltre i confini del Vicentino, avendo in passato ricoperto ruoli e deleghe in Veneto e a livello nazionale tra gli appassionati di montagna.
Per quasi trent’anni, Giovanni Beato è stato prima un semplice iscritto e poi un vero pilastro dell’associazione, presidente rieletto per due mandati. Da esperto di montagna in prima persona aveva affrontato numerosi viaggi e spedizioni (anche all’estero) e si è dedicato a diffondere la cultura dell’escursionismo e del trekking in quota, coinvolgendo quindi un ventaglio più ampio di amanti dei paesaggi e dei silenzi dei monti.
Un uomo che ha sempre abbinato all’amore per le montagne nostrane una propensione per la formazione continua, frequentando corsi per accompagnatori escursionisti e, ad esempio, di montagnaterapia tra gli altri. Ferrate, ciaspolate, sentieri tra i boschi alpini sono state per lui “pane quotidiano”, mettendosi a disposizione nell’organizzazione del dietro le quinte delle escursioni e nelle operazioni preventive anche per garantire la massima sicurezza a chi accompagnava tra valli e vette. Sono tantissime infatti le immagini che lo ritraggono in paesaggi naturali di media e alta montagna, molte delle quali pubblicate da lui stesso sui social.
Per quanto riguarda invece l’ambito professionale, la comunità castellana piange un valido artigiano falegname che ha servito tante famiglie nella realizzazione di mobili e accessori in legno, mostrando abilità e competenza nel settore. Lascia nel dolore in questi primi giorni di gennaio la moglie e i due figli, che accompagneranno il feretro del proprio caro oggi pomeriggio, alle 15. Le esequie si terranno a San Michele di Brendola, nella chiesa locale che sorge in collina.