L’infezione, le complicanze polmonari e la morte a 47 anni al San Bortolo. Addio a “Iena”
Il ricovero d’urgenza all’ospedale San Bortolo di Vicenza per l’aggravarsi repentino dello stato influenzale, le complicanze intercorse a livello respiratorio e infine il cuore che non ha più retto, costringendo i medici del reparto di terapia intensiva a certificarne il decesso. Si è spento nei primi giorni dell’anno nuovo Massimiliano Mazzocco, di 47 anni, originario di Povolaro, frazione di Dueville, dove peraltro risiedeva ancora.
Un papà vicentino di due figli, Andrea e Martina, molto conosciuto oltre che nella cerchia delle amicizie personali anche nei cantieri della provincia, per il suo lavoro di tecnico di macchinari per il sollevamento materiali. Era stato a lungo manutentore specializzato per conto dell’Omis di Sandrigo, mentre di recente aveva abbracciato un nuovo impiego. In uno e nell’altro ambito, un po’ tutti lo chiamavano con l’appellativo “Iena“, sin da quando era giovanissimo per via della particolare risata, un nomignolo al quale egli stesso si era affezionato col tempo e che utilizzava anche sui social.
La notizia della sua prematura morte, avvenuta lunedì a Vicenza nel reparto ospedaliero dopo che si è tentato il tutto per tutto per salvarlo a un destino segnato dopo il contagio e una febbre alta che lo ha fortemente debilitato, ha scosso in molti a Povolaro. Anche perchè solo fino ai giorni di vigilia del Natale lo si era visto e salutato nei luoghi di ritrovo del paese per lo scambio di auguri, allegro e di compagnia come al solito. Nel passato recente, in particolare l’estate scorsa, è vero che aveva accusato dei problemi di salute a livello polmonare, ma ma non al punto da presagire un epilogo simile prima dell’infezione che, con il passare dei giorni, si è rivelata fatale.
Proprio nella frazione duevillese, domani pomeriggio alle 15, la chiesa parrocchiale ospiterà la cerimonia di commiato a Massimiliano, che già in tanti ricordano con messaggi sui social come persona di allegra e di spirito, che amava lo stare insieme e il divertimento ma anche come persona laboriosa. Qualcuno lo ricorda pure come calciatore, da giovanissimo, nella squadra del Ac Povolaro in cui “correva veloce” sulle fasce, un po’ come nella vita, fino a quando si è trovato di fronte un avversario invalicabile, nel suo destino.
Ad accompagnarlo domani ci saranno il padre Carlo – la madre invece era mancata alcuni anni fa -, la sorella Lorena, i figli e gli affetti a lui più cari. E tanti amici, sia di gioventù che di oggi, alcuni dei quali in realtà “di sempre”.