Elezioni presidenziali a Taiwan, tensione tra Cina e Stati Uniti
Si sono aperte le urne a Taiwan per le elezioni presidenziali, dove verranno scelti un nuovo presidente ed un nuovo Parlamento e gli effetti dei risultati potrebbero essere importanti a livello globale: le elezioni sull’ex Isola di Formosa determineranno infatti la direzione delle relazioni con Pechino e la stabilità regionale, ma soprattutto l’equilibrio fra Cina e Stati Uniti.
Gli Usa, infatti, proteggono l’isola da tempo con armi e navi militari e impedisce di fatto a Pechino perfino di imporre la propria influenza nel tratto di mare dello Stretto di Formosa e, di conseguenza, nell’Indo-Pacifico. Una grande “seccatura” per la Cina, visto che lo Stretto di Taiwan rappresenta uno snodo fondamentale per gli scambi commerciali del Dragone con il mondo.
I toni tra i due paesi si erano già scaldati prima dell’apertura delle urne. Il segretario di Stato americano Antony Blinken aveva chiesto a Pechino di mantenere “la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan durante le elezioni presidenziali”. Blinken ha avuto un colloquio con il ministro per gli Affari internazionali Liu Jianchao a Washington, durante il quale si è sottolineata “l’importanza di risolvere i casi di cittadini americani ingiustamente detenuti o soggetti a divieti di uscita in Cina e ha sollevato le preoccupazioni da parte degli Stati Uniti sulle violazioni dei diritti umani nel Paese”.
Da parte sua, la Cina ha risposto con la censura. Sulla piattaforma social Weibo, la X cinese, sono stati bloccati gli hashtag sul voto taiwanese dopo che il tema era diventato uno degli argomenti di maggiore tendenza tra i netizen. Se si cerca l’hashtag, il messaggio che compare è “in conformità con le leggi, i regolamenti e le politiche pertinenti, il contenuto di questo argomento non viene visualizzato”. Inoltre, l’esercito cinese è in stato di allerta. Il portavoce del Ministero della Difesa di Pechino ha affermato: “le forze armate cinesi restano sempre in allerta e adotteranno qualsiasi misura necessaria per stroncare con forza ogni forma di complotto secessionista per l’indipendenza di Taiwan e salvaguardare con fermezza sovranità e integrità territoriale della Cina”.
Queste elezioni presidenziali sono un’inedita gara a tre: il favorito è l’attuale vicepresidente William Lai Ching-te del Partito democratico progressista. I suoi sfidanti sono Hou Yu-ih, il candidato dei nazionalisti del Kuomintang e che viene sostenuto dalla Cina, e Ko Wen-je, del Partito popolare. In totale sono 19,5 milioni gli elettori chiamati a rinnovare anche il Parlamento, lo Yuan legislativo.