Fine vita, bocciata per un voto in Consiglio Regionale la proposta di legge. Lega spaccata
Per un voto il Consiglio Regionale del Veneto ha bocciato la proposta di legge di iniziativa popolare sul fine vita “Liberi Subito”, presentata con novemila firme dall’Associazione Luca Coscioni.
Prevedeva che non dovessero passare più di 27 giorni tra la presentazione della domanda e la somministrazione del farmaco. Il testo non aggiungeva nulla rispetto a quanto stabilito dalla sentenza 242 del 2019 della Corte Costituzionale (sentenza DJ Fabo), che ha legalizzato il suicidio medicalmente assistito in determinate condizioni di sofferenza.
In prima linea tra i favorevoli c’era il presidente della Regione Luca Zaia, stamane presente in aula (fatto molto raro).
Il gruppo di consiglieri regionali che fanno riferimento alla Lega si è spaccato (era stata lasciata libertà di coscienza), mentre hanno votato contro i rappresentanti di Forza Italia e di Fratelli d’Italia. Tutta l’opposizione ha votato a favore, a parte la consigliera del Partito Democratico Anna Maria Bigon, che si è astenuta.
Risultato: 25 favorevoli, 22 contrari e 3 astenuti. Serviva però la maggioranza assoluta (26) per l’approvazione dei primi due articoli. Il testo bocciato torna ora in commissione.
Zaia nel suo accorato intervento questa mattina aveva sottolineato tutti i punti della vicenda, ricordando che il Veneto non sta sdoganando il suicidio medicalmente assistito, perché questo era già previsto dalla sentenza della Consulta, ma discutere solo i tempi e i ruoli della sanità. La proposta arrivata in aula (che da statuto aveva sei mesi per esprimersi e che nelle prossime settimane approderà nelle agende politiche anche di altre Regioni) dice ‘altro’. Il Veneto infatti da un lato è stata la prima regione a discuterne e a votarla, ma, come ha detto il Governatore, “forse a qualcuno è sfuggito qualche passaggio”. “Mi presento qui oggi in punta di piedi” ha detto ancora Zaia, ricordando quanto il tema sia delicato e come a cuore gli stiano le persone malate.
Ha poi ricordato come quello di oggi fosse un momento di importante esercizio della democrazia e di politica ‘alta’, considerando che sia “atipico” e “immorale” che in Italia ci si debba affidare all’applicazione della sentenza della Corte costituzionale per chiedere il suicidio medicalmente assistito. Per il Governatore, sicuramente meglio una ‘buona’ legge. Zaia aveva anche sollecitando più volte nel suo intervento un parere dell’ufficio legale per garantire i consiglieri regionali che non stavano uscendo dal seminato delle regole e della legalità.
Resa dei conti domani in Consiglio Regionale sulla legge sul suicidio medicalmente assistito