Addio a Gigi Riva, l’ex attaccante è morto a 79 anni
Addio a Gigi Riva, mito del calcio italiano, attaccante simbolo della Nazionale e del Cagliari con cui aveva vinto l’unico scudetto della squadra nel 1970. “Rombo di tuono” se ne è andato a 79 anni, con la stessa velocità con cui riusciva ad avere la meglio sugli avversari. Era stato ricoverato all’ospedale di Brotzu di Cagliari per problemi cardiaci, dopo essere stato accolto dal pronto soccorso in seguito a un malore accusato i giorni scorsi. Secondo i medici, nulla faceva pensare a un peggioramento. Fino a quando è stato colto da un altro malore e il suo cuore ha smesso di battere alle 19.10 di lunedì 22 gennaio.
Nato sulle rive del lago Maggiore, si definiva “orgogliosamente sardo”. In quella regione, la Sardegna, arrivò per rimanere un paio di stagioni. E invece da lì non se ne andò mai più. E questo nonostante le grandi squadre lo abbiano a lungo corteggiato e inseguito con offerte decisamente allettanti. Per gli italiani divenne presto un mito, simbolo di libertà e orgoglio. Lo scudetto vinto con il Cagliari nel 1970 resta l’unico mai vinto dalla squadra sarda. Con la Nazionale Riva ha invece vinto l’Europeo in finale a Roma nel 1968. Sue sono tre classifiche dei cannonieri: ha conquistato il record – al momento imbattuto – di 35 gol in 42 gare in maglia azzurra. Tra le vittorie c’è poi un secondo e un terzo posto al Pallone d’oro.
A Cagliari è stato proclamato il lutto cittadino fino al giorno dei funerali. E il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha invitato le Federazioni sportive nazionali, le Discipline sportive associate e gli enti di Promozione sportiva “a far osservare un minuto di silenzio in occasione di tutte le manifestazioni sportive che si svolgeranno in Italia nel fine settimana, per onorare la memoria di Gigi Riva”. I club e i calciatori hanno subito espresso vicinanza alla famiglia e dolore.
L’omaggio per “Rombo di tuono” arriva da tutto il mondo politico e istituzionale. Sergio Mattarella ricorda l’ex attaccante con grande ammirazione rendendo onore “ai suoi successi sportivi, al suo carattere di grande serietà, alla dignità del suo comportamento in ogni circostanza, che gli hanno procurato l’affetto di milioni di italiani, anche tra coloro che non seguivano il calcio”. La premier Giorgia Meloni scrive: “Un campione che ha segnato la storia”. Per il ministro dello Sport Andrea Abodi: “Riva è il simbolo di uno sport di altri tempi”. “Restiamo orfani di un mito”, commenta Malagò. “Sono scosso e profondamente addolorato – dice invece il presidente della Federazione Gabriele Gravina – Il calcio italiano è in lutto perché ci ha lasciati un vero e proprio monumento nazionale“.