Individuati i ladri della cucciola di macaco rubata dal Parco Cappeller. Fu ritrovata a Mestre
A fine luglio della scorsa estate la vicenda del baby macaco rubato nella notte dal Parco Faunistico Capeller di Cartigliano – percuotendo altre scimmie con un bastone – aveva tenuto tanti vicentini e appassionati di animali con il fiato sospeso, fino al suo insperato ritrovamento il giorno successivo a Mestre. E al ricongiungimento con i tre fratelli di 13, 4 e 2 anni appena, oltre che alla coppia genitrice. Si apprende oggi che a rubarlo, con violenza, furono due amici veneziani di 35 e 37 anni, entrambi padri di famiglia, che il giorno precedente avevano visitato il giardino zoologico Cappeller.
La scimmietta, di sesso femminile e facente parte di una famigliola di 6 esemplari, il 31 luglio fu segnalata all’interno di una gabbietta da un passante e recuperata dai Carabinieri della stazione locale mestrina, con la collaborazione dei colleghi Forestali e della Compagnia di Bassano del Grappa, titolare dell’indagine in via di conclusione: fu accudita e visitata da un veterinario prima di riconsegnarla, spaventata ma in buone condizioni generali al netto dello choc per averlo sottratto dai suoi simili, agli operatori del parco.
Un appello lanciato dai social e l’informativa alle forze dell’ordine di tutto il Veneto ogni ordine e grado fece evidentemente sortire l’effetto di una forte pressione nei confronti di chi aveva rapito la scimmietta poco più che neonata e malmenato i macachi adulti – ci sono dei chiari riscontri veterinari in merito -, tanto da abbandonare la gabbietta in strada con all’interno il cucciolo di primate, lasciato solo. Ai tempi aveva appena un mese di vita. Difficilmente, fattore che va evidenziato, il baby macaco sarebbe sopravvissuto al distacco dalla madre in così tenera età. Per quanto concerne movente del furto, che non è ancora certo, non risiederebbe nella volontà di lucrare sulla vendita nel mercato nero di un animale esotico, bensì di portarlo in casa per sfizio proprio.
Si apprende oggi dal comando dell’Arma bassanese che tra i due sospettati emerge il nome proprio del “segnalatore”, che raccontò ai tempi una versione dei fatti condita da parecchie frottole che i militari sono riusciti a confutare, forti dell’esito del lungo lavoro di revisione dei filmati di sorveglianza acquisiti dentro e fuori il parco faunistico, rilevando anche le targhe di due veicoli di loro proprietà. Un’indagine assai articolata, protrattasi per oltre 6 mesi, che ha portato alla denuncia dei due veneziani (entrambi sono cittadini italiani), per maltrattamento e lesioni di animali, porto d’armi atte ad offendere e, infine, furto aggravato in corso.
I due soggetti intrufolatosi nello zoo di Cartigliano ora hanno entrambi un nome, anche se bisogna attendere il processo per considerarli colpevoli a tutti gli effetti. Le certezze però sono tante ora: nella notte tra il 30 e il 31 luglio 2023 in due si crearono un varco ampio tagliando la recinzione, puntando dritto alla gabbia dei macachi e facendosi strada, dopo il sopralluogo di appena poche ore prima con tanto di bambini al seguito. Venne forzato un lucchetto dell’area perimetrale. E’ stato accertato inoltre che i malviventi percossero gli esemplari adulti accorsi in difesa del più piccolo della famiglia, rischiando di ucciderli pur nel portare a termine l’insano intento. Per poi fuggire a bordo di un’utilitaria, una delle due auto poi riscontrate nelle analisi video successive al furto. Uno dei due è un pregiudicato.