Cassola ricorderà i due concittadini Carabinieri scomparsi nelle foibe 80 anni fa
Furono entrambi uccisi 80 anni fa e, anche se se manca la certezza assoluta, con ogni probabilità infoibati in Istria, come le ricerche effettuate sul loro conto e sul destino a cui sono andati incontro oggi raccontano. Il riferimento va a due cittadini di Cassola morti nel 1944 nel corso della Seconda Guerra Mondiale, militari dell’Arma dei Carabinieri, per i quali nella mattinata di sabato 10 febbraio ci sarà una cerimonia per commemorarne la memoria: Antonio Bordignon e Luigi Pagnon erano i loro nomi.
Ci sono voluti tre anni di lavoro di ricerca, indagini e ispezioni di archivi per ricostruire la storia dei due militari vicentini partiti dalle loro case di Cassola per servire la Patria, senza più farvi ritorno. Di loro due, sottoufficiali dell’Arma, oltre alla triste constatazione della morte dopo l’inserimento nelle liste dei dispersi per anni, si sa che morirono nel corso di una missione in Istria per mano delle milizie jugoslave di Tito, probabilmente durante una delle rappresaglie contro gli italiani.
Sabato è l’annuale Giornata del Ricordo e, alla presenza del sindaco locale Aldo Maroso e dei familiari discendenti, sarà scoperta una nuova targa commemorativa in onore dei due militari italiani, in piazza Aldo Moro, in corrispondenza del Monumento ai Caduti davanti al Municipio. Appuntamento alle 11 per chi vorrà partecipare. Ripercorrendo la vita e i drammi che li resero vittime delle atrocità della guerra, mettendo a disposizione di tutti quanto si è potuto sapere sul loro destino.
L’anno è il 1944. I due carabinieri in servizio in Istria furono presi in consegna dai “Titini” in distinti momenti: il primo – Bordignon – dopo la cattura avvenuta a San Dorligo della Valle, in provincia di Trieste, in seguito all’assalto alla caserma di Sant’Elia. Il secondo, Pagnon, originario di un borgo di San Giuseppe, fu imprigionato a Porec (Parenzo), sul fronte jugoslavo, dopo essere finito in mano ai partigiani in rivolta. Da qui in poi nulla si poté più sapere sulle loro sorti, così come accadde ugualmente per decine e decine di italiani catturati e gettati nelle foibe carsiche.
Nel corso della celebrazione interverranno lo storico Marino Kuhar, con un approfondimento sulle foibe, e il giornalista Alessandro Tich, che porterà la sua testimonianza di figlio di esuli
di Fiume. “Saranno presenti le associazioni d’arma, i consigli di quartiere, le scuole e alcuni
discendenti dei due nostri sfortunati concittadini – anticipa il sindaco Aldo Maroso -. La posa
della targa è d’altro canto l’atto conclusivo di una lunga indagine che ha visto i nostri uffici
impegnati nella ricerca di notizie e documenti sui due militi e anche di eventuali parenti ancora in vita. Un percorso iniziato più di tre anni fa, quando abbiamo scoperto che la tragedia del Carso aveva interessato la nostra comunità molto più da vicino di quanto non immaginassimo”.