Usa, i repubblicani chiedono la rimozione di Biden: “Ha problemi di memoria”
Alcuni esponenti del Partito Repubblicano puntano a rimuovere il presidente Joe Biden invocando il 25° emendamento della Costituzione americana; emendamento introdotto dopo l’assassinio di John Fitzgerald Kennedy ucciso il 22 novembre 1963, per sostituire il capo della Casa Bianca in caso di morte, destituzione, dimissioni o incapacità. Di fatto, è lo stesso ipotizzato più volte per rimuovere Donald Trump durante il suo mandato.
I senatori repubblicani protagonisti dell’iniziativa. Si tratta di: Rick Scott, Mike Lee e Josh Hawley. La richiesta è stata poi controfirmata dai deputati Mary Miller, Marjorie Taylor Greene e Mike Collins. Claudia Tenney inoltre ha scritto una lettera al ministro della Giustizia criticando le conclusioni del procuratore speciale Robert Hur, il quale ha accusato il presidente per la gestione incauta di documenti classificati: “Biden deve essere incriminato, oppure deve essere rimosso. Non c’è via di mezzo”.
Gli altri favorevoli alla rimozione di Biden. Negli Stati Uniti ci sono anche altre figure di destra di alto profilo a favore della destituzione di Biden. Tra questi, il fondatore di “Turning Point Usa” Charlie Kirk, il conduttore di un programma radiofonico Mark Levin e l’ex governatore del Wisconsin Scott Walker. Più cauti per ora i vertici del “Grand Old Party”, anche se lo speaker della Camera Mike Johnson ha definito Biden “inadatto allo Studio Ovale”.
Il 25° emendamento della Costituzione americana fu ratificato nel 1967, dopo l’assassinio di John F. Kennedy che aveva sollevato dubbi sulla legittimità del suo successore Lyndon B. Johnson. Stabilisce che il vicepresidente assume la massima carica se il presidente muore, si dimette o viene rimosso dal Congresso. Inoltre, prevede che il presidente possa nominare un nuovo vice con l’approvazione della maggioranza di entrambe le camere del Congresso, se il vicepresidente muore, si dimette o diventa presidente.
Le altre prerogative del 25esimo emendamento. Consente al vicepresidente e alla maggioranza dei membri del gabinetto di dichiarare il presidente incapace di esercitare i suoi poteri e i suoi doveri, trasferendo temporaneamente la carica al vicepresidente. Il presidente può contestare questa dichiarazione e riprendere i suoi poteri se il Congresso non conferma l’incapacità entro 21 giorni. Tutto questo senza dimenticare che Joe Biden si ricandiderà alle presidenziali 2024.