La morte di Navalny. Mattarella: “Il suo coraggio un richiamo per tutti”
Reazioni di sdegno un po’ da tutto il mondo sono arrivate dopo la notizia della morte del dissidente e principale oppositore russo Alexei Navalny, deceduto nella colonia carceraria numero 3 del distretto autonomo di Yamalo-Nenets, nel Circolo Polare Artico. Si è sentito male dopo una passeggiata. Il Cremlino dichiara: “Nessuna informazione sulle cause del decesso”. Ma secondo la tv russa, Navalny è stato ucciso da una trombosi. Alexei Navalny, 47 anni, era detenuto dal gennaio del 2021 e stava scontando una pena di 19 anni di reclusione.
La nota dell’ospedale. Il nosocomio locale dove è stato portato Navalny ha fatto sapere: “I tentativi dei paramedici di rianimare Alexei Navalny sono continuati per 30 minuti prima che venisse dichiarato morto”. L’ospedale ha aggiunto che un’ambulanza è arrivata sul posto in sette minuti, ma i tentativi di rianimazione erano già in corso da parte del personale sanitario del carcere; anche se non sono serviti a salvare la vita all’oppositore di Putin.
Le parole di Sergio Mattarella. Sul caso, tra gli altri, è intervenuto il presidente della Repubblica dicendo: “Il coraggio del politico dissidente resterà da richiamo per tutti. La morte di Navalny nel carcere russo di Kharp rappresenta la peggiore e più ingiusta conclusione di una vicenda umana e politica che ha scosso le coscienze dell’opinione pubblica mondiale. Per le sue idee e per il suo desiderio di libertà Naval’nyj è stato condannato a una lunga detenzione in condizioni durissime. Un prezzo iniquo e inaccettabile, che riporta alla memoria i tempi più bui della storia. Tempi che speravamo di non dover più rivivere. Il suo coraggio resterà di richiamo per tutti”.
L’ultimo messaggio di Navalny. Sulla piattaforma “X” il 14 febbraio scorso alle ore 15 Nalvany scrisse: “Il carcere di Yamal ha deciso di battere il record di Vladimir allo scopo di adulare e compiacere le autorità di Mosca. Mi hanno appena dato 15 giorni in una cella di punizione. Cioè, questa è la quarta cella di punizione in meno di 2 mesi che sono con loro”. L’oppositore aveva denunciato diversi gravi soprusi in questi tre anni di reclusione in regime speciale, raccontando di essere stato continuamente rinchiuso in una cella di isolamento con i pretesti più assurdi, come l’avere un bottone slacciato.
Durissima la reazione di Washington. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha tuonato contro il Cremlino dicendo: “Non sono sorpreso e allo stesso tempo sono sconvolto dalla notizia della morte di Alexei Navalny. Putin è responsabile della sua morte”. Gli ha fatto eco il segretario di stato americano Antony Blinken affermando: “Il sistema di Putin è debole e marcio. La Russia è responsabile della morte di Navalny”. Il fatto dunque inasprisce ulteriormente i rapporti tra Mosca e l’occidente.