Usa, Biden e Trump vincono le primarie in Michigan
Donald Trump e Joe Biden vincono le rispettive primarie in Michigan compiendo un nuovo passo verso la nomination alla Casa Bianca. Un voto che va oltre la dimensione locale essendo, il Michigan, uno dei quattro o cinque stati chiave che decideranno le presidenziali del 5 novembre. Le primarie di oggi lanciano, tuttavia, segnali politici che i due leader non possono ignorare. Trump deve fronteggiare la protesta dei moderati repubblicani, che hanno dato alla rivale Nikki Haley circa il 30% dei consensi. Biden quella della base democratica che accusa la Casa Bianca di essere smaccatamente filoisraeliana.
Donald Trump batte ancora una volta Nikki Haley, sua ultima grande sfidante. La vittoria contro l’ex ambasciatrice delle Nazioni Unite arriva dopo che Trump l’ha sconfitta di 20 punti percentuali sabato nel suo stato natale, il South Carolina. E dopo aver ormai vinto nei primi cinque Stati del calendario delle primarie repubblicane. Haley però non sembra arrendersi e ribadisce il suo impegno a restare in corsa almeno fino al Super Tuesday. “Siamo su una barca e possiamo affondare con lei e guardare il paese andare verso la sinistra socialista o possiamo prendere il gommone di salvataggio e andare in un’altra direzione”, ha detto Haley nel corso di un’intervista alla Cnn.
Joe Biden sconfigge invece il deputato del Minnesota Dean Phillips, il suo unico avversario di rilievo ancora in corsa nelle primarie democratiche. Per l’attuale presidente suona però l’allarme ‘uncommitted’. I voti dei “non allineati”, in protesta per la sua politica accomodante verso Israele nella guerra in Medio Oriente, superano le aspettative degli organizzatori arrivando a quota 15%. “È un grande successo per i pro-palestinesi del nostro paese e per il movimento anti-guerra” dichiara Abbas Alaeih, il portavoce di Listen to Michigan, l’organizzazione che ha promosso il boicottaggio di Biden per il suo approccio alla guerra a Gaza. Il voto degli uncommitted, rappresentati soprattutto dagli arabo-americani, è un segnale di preoccupazione per il leader della Casa Bianca in vista delle elezioni di novembre.