Bonus Cultura ai 18enni, libraio truffa lo Stato e gli studenti. Da Arzignano la denuncia
Una frode meschina che va a toccare il settore della cultura e a snaturare l’impegno dello Stato a favore dei giovani in questo ambito è stata scoperta dalla Guardia di Finanza provinciale di Vicenza, dopo la denuncia di un ragazzo neomaggiorenne di Arzignano. Il tema è il Bonus Cultura da 500 euro, assegnato ai 18enni e da spendere liberamente all’interno di una rosa prefissa di opportunità: dall’acquisto di libri alla partecipazione a concerti, dalle visite a musei e siti archeologici fino al cinema.
Come sempre – non solo spesso – capita in Italia, a fronte di contributi messi in campo dallo Stato spuntano come funghi tentativi di truffa, vere e proprie condotte fraudolente che alla fine arricchiscono dei soggetti senza scrupoli. Secondo quanto ricostruito dai finanzieri in capo alla sede di Arzignano, tra questi c’è un negoziante della provincia di Avellino, di professione librario, che si sarebbe intascato oltre 144 mila euro “giocando” sul bonus di oltre trecento studenti o giovani di mezza Italia.
Per meglio comprendere gli antefatti che portano a questo tipo di truffa, a conti fatti sia a spese dello Stato che dei destinatari del contributo, va spiegato che il Bonus 500-App18 è un’iniziativa dedicata a promuovere la cultura fra i giovani: si tratta di un buono da spendere in più attività o acquisti come sopra accennato, all’interno di un assortito elenco predisposto da Ministero. L’attività investigativa dei finanzieri si è sviluppata a seguito della denuncia presentata da un ragazzo vicentino, con l’intento di convertire il Bonus erogato dallo Stato in denaro di libera spendita: pur avendo seguito la procedura che aveva trovato in un sito internet collegato al libraio, non riceveva alcuna somma in denaro. Per constatare tramite l’applicativo ministeriale che il bonus era finito nella libreria dell’indagato.
Si è quindi scoperto che il furbetto ma soprattutto disonesto – non sono state per ora rese note le generalità né altri dati sensibili sul suo conto – aveva portato a termine in tutto 442 operazioni analoghe, mettendosi in tasca denaro pubblico per decine di migliaia di euro. In alcuni casi, per la verità, con il concorso da parte degli stessi destinatari dei contributi, i quali preferivano scambiare con denaro i voucher statali per intascarsi a loro volta del denaro invece vincolato alla promozione culturale. Peccato per loro che, però, nella maggior parte dei casi riscontrati, nulla arrivava al conto in banca, rimanendo con il cerino in mano. Per tale condotta il menzionato titolare della libreria campana è stato deferito alla Procura della Repubblica di Vicenza per il reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche, previsto e punito dall’art. 316 ter del codice penale.
Sul punto c’è una nota del comando provinciale. “L’attività illecita, inoltre, non avrebbe solo riguardato il titolare della libreria, bensì anche i giovani (18enni o comunque destinatari del beneficio), i quali cedendo il proprio voucher a fronte di un compenso, ovvero la promessa di un compenso di denaro in libera spendita, avrebbero, inoltre, violato la normativa istitutiva del “Bonus Cultura 18app” di cui al D.P.C.M. n. 187/2016 e al D.L. n. 177/2019″