Giornata Nazionale contro i disturbi alimentari: il colore lilla unisce e sensibilizza
Il lilla è il colore del risveglio, del rifiorire, come i fiori di lillà. E oggi , venerdì 15 marzo, è il colore che accompagna la giornata dedicata alla sensibilizzazione sui disturbi alimentari e la loro prevenzione, ed altri temi inerenti al corretto rapporto con il cibo. Tante le adesioni simboliche e altre iniziative concrete a Vicenza e provincia, a cominciare dalla distribuzione dei “fiocchetti lilla” nei gazebo poi da esporre sulle vetrine di negozi, uffici e altri luoghi. Si tratta delle 13esima edizione su scala nazionale.
I temi legati alla giornata spaziano dalle rilevazioni su disturbi alimentari noti come bulimia e anoressia, oppure l’obesità ad altre patologie che prendono forma dal “fattore cibo” e comportamenti non sani, che finiscono per compromettere anche le relazioni sociali per i soggetti colpiti dai cosiddetti DCA (disturbi del comportamento alimentare), con molte associazioni impegnate su questi temi anche nel Vicentino oltre che nelle Ulss territoriali. Nel 2023, solo in Veneto, sono circa 3 mila i pazienti presi in carico dalla rete sanitaria, con esordi di malattia sempre più precoci su ragazzini e adolescenti. Tre milioni negli ultimi 20 anni, invece, in Italia.
A Montecchio Maggiore venerdì le fontane di piazza Marconi, davanti al Duomo, e di via Roma, in prossimità del municipio, verranno illuminate di luce lilla. Le iniziative sono state coordinate in funzione di domani da Polo Bridge e l’Associazione Vicenza for Children, con il sostegno di Fondazione Dalla Vecchia, Associazione Midori, Fondazione Monte di Pietà di Vicenza e del Centro di riferimento provinciale per i disturbi del comportamento alimentare e del peso dell’Ulss 8 Berica e con la collaborazione dei Comuni di Vicenza, Arzignano e Montecchio Maggiore, oltre a tanti partner che hanno aderito all’iniziativa.
A Schio, sempre oggi con ritrovo alle 17.30, va in scena la “Passeggiata Arrabbiata“, che unisce confronto e protesta nei confronti dell’approccio – definito come superficiale – dello Stato nelle richiesta di maggior impegno informativo a partire dalle nelle scuole con l’introduzione dell’educazione alimentare. Appuntamento in centro storio, di fronte al Duomo, per la marcia “rumorosa” tra le vie e le piazze della città organizzata dal Centro Sociale Arcadia.
Ad Arzignano annunciata illuminazione lilla sia sulla fontana Dafne del centro storico che sull’ospedale locale che sorge in posizione rialzata. A Vicenza luce violetta tenue sulla facciata dell’ospedale San Bortolo, dove domani sarà allestito anche un banchetto di materiale informativo affidato all’associazione Midori, poi sul Teatro Olimpico e sulla colonne di piazza dei Signori e Basilica Palladiana. Sempre in città, alle 20.30, uno spettacolo ad ingresso gratuito fino ad esaurimento posti al Teatro San Marco. Poi i laboratori per genitori, sabato mattina presso la Fondazione Monte di Pietà, e un’iniziativa rivolta agli adolescenti dalle 15 alle 18 di venerdì allo Sportello Lilla al Polo Bridge. Per maggiori informazione è disponibile l’opuscolo digitale (clicca).
Ascolta “Midori, associazione contro i disturbi alimentari” su Spreaker.
Sul fronte Regione Veneto, alla vigilia della giornata si esprimono sul tema anche Luca Zaia, presidente, e la vicentina Manuela Lanzarin, assessore regionale alla Sanità. “La Giornata del ‘Fiocchetto lilla’ è l’occasione per confermare che la Regione del Veneto non si gira dall’altra parte – dice Zaia – e affronta di petto il problema che affligge molte persone e con esse le loro famiglie. I disturbi alimentari sono una patologia, come ci insegnano gli specialisti, su cui è necessario intervenire con un modello di cura che possa contare su un percorso clinico a passi successivi. Nel Veneto questo è realtà: dalla proposta iniziale di interventi ambulatoriali fino ad avvalersi di livelli di trattamento progressivamente più intensivi e complessi. Sulla scia di una tradizione che, oltre vent’anni fa a Portogruaro, lo ha visto prima regione ad avviare un centro specializzato pubblico, oggi al Veneto dispone di una rete specifica di strutture, a cominciare dai due Centri regionali di riferimento presso le aziende ospedaliere di Padova e Verona, e articolata in altri centri provinciali e ulteriori sedi specialistiche ambulatoriali presenti in ogni azienda sanitaria. Chi è costretto a misurarsi con queste patologie deve sapere che la sua non è una lotta solitaria; c’è una via verso la cura, resa possibile da una presa in carico integrata”.
“Soprattutto per quanto riguarda i giovani – dice Lanzarin -, oggi è necessario invitare le famiglie all’attenzione; i genitori dialogando e ascoltando i figli possono cogliere ogni singolo segnale che può rappresentare l’esordio di queste patologie. Di fronte al sospetto della patologia troveranno una risposta presso le strutture specializzate, alle quali possono accedere attraverso quelle territoriali, i medici di base o i pediatri. Ma possono trovare anche il sostegno di associazioni impegnate nel settore. Il nostro modello sanitario, infatti, si basa molto anche sulla collaborazione con il volontariato come parte integrante; anche in questo ambito”.