Vessazioni continue alla nonna convivente: scatta il divieto di avvicinamento per il nipote
Continue richieste di denaro, umiliazioni e, perfino, delle percosse alla nonna, la quale per timore del nipote violento sopportava in silenzio senza ribellarsi e senza poter denunciare. Fino a quando, per suo conto, lo ha fatto una parente dopo essersi resa conto di quello che la pensionata di Bassano del Grappa stava passando – un incubo – e delle vessazioni che subiva da anni. A intervenire per le verifiche del caso, poi, sono stati i Carabinieri certificando in Procura che quei timori della parente erano più che fondati.
Dallo scorso 6 marzo, giorno in cui militari della locale stazione dell’Arma hanno posto fino a questo invivibile clima di tensione notificando l’ordinanza del giudice, per la nonna messa a dura prova dalle angherie del giovane nipote si può dire che la situazione sia quantomeno migliorato dopo l’applicazione del codice rosso. Anche in questi casi, infatti, è contemplata la violenza di genere, con l’aggravante di turbare la vita di un soggetto fragile e anziano per di più legato da vincolo di parentela stretto.
Per la persona ora messa sotto sorveglianza – si tratterebbe di un giovane italiano del quale età e dati sensibili vengono mantenuto sotto riservatezza per ora – è stato subito disposto l’immediato allontanamento dalla casa familiare, con l’obbligo di mantenersi a distanza
non inferiore a 500 metri dai luoghi abitualmente frequentati dalla parte offesa. Infine, sarà obbligato a indossare il braccialetto elettronico in modo da monitorarne i movimenti e il rispetto dell’imposizione imperativa del Gip. Nel frattempo, l’iter giudiziario andrà avanti dopo la necessità di garantire la sicurezza della vittima di queste ignobili vessazioni.
La vicenda su cui intervenire prontamente era giunta negli uffici della stazione bassanese a fine gennaio, dopo una versione dei fatti raccolta dai Carabinieri e offerta da un non meglio precisato parente della pensionata. L’indagine conoscitiva avviata ha portato a raccogliere indizi utili che hanno giustificato il successivo intervento in modalità urgente, fino ai primi di marzo con la firma del giudice all’ordinanza. “Dalle indagini era emerso che l’anziana si legge nella nota a margine del Comando Provinciale dell’Arma -, da diversi anni, era vittima di atteggiamenti aggressivi da parte del nipote, con frequenti richieste di denaro e senza fare accesso al pronto soccorso nonostante le lesioni subite. E’ emerso anche che, nel tempo, l’anziana è stata costretta a mutare le normali condotte di vita quotidiana, vivendo in condizione di prostrazione per le violenze fisiche e psicologiche subite”.