Da operaio a pilota, Parisi racconta il “suo” Costo: “Ho pianto come un bambino”
Non è arrivato primo, ma il suo sesto posto assoluto con un tempo di 4’30.41 vale come un oro. E’ al settimo cielo Andrea Parisi, 40enne residente a Caltrano, che domenica alla 31^ Salita del Costo ha raggiunto un traguardo quasi sorprendente infilandosi in quella zona della classifica finale solitamente dedicata agli “irraggiungibili” delle quattro ruote. Un mezzo capolavoro fatto di umiltà e di sacrificio: in paese non si parla che di lui e chi lo conosce sa quanto questa gioia sia arrivata proprio al momento giusto.
Dieci le edizioni disputate dal provetto pilota, che nella vita di tutti i giorni è impiegato come operaio in una ditta della zona, ma che nel periodo dell’anno dedicato alla classica cronoscalata non ha che un solo chiodo fisso: indossare tuta e casco e accendere quel motore che sembra quasi essere musica per le sue orecchie. Eppure quel Costo è stato quasi maledetto, salvo nel 2018 e nel 2021 con due piazzamenti comunque importanti: “Tra rotture e maltempo a creare problemi – confessa Parisi – non c’è stato anno in cui le cose siano andate dritte a parte le due eccezioni. Per questo ho sentito molto la tensione nei giorni scorsi, ero arrivato al punto di pensare che se fosse andata male anche stavolta, forse col Costo avrei dovuto chiudere. Non parlo solo di risultati, ma davvero per una persona normale, il sacrificio per partecipare alla gara è grande”.
Parole che ben descrivono come anche nel mondo dei motori, chi non è nell’olimpo dei grandi nomi o lo fa sostanzialmente come “professionista”, oltre ad una ridottissima possibilità di allenarsi deve ancor prima combattere per strappare qualche sponsorizzazione e trovare una scuderia che scommetta un po’ nel suo talento grezzo: “Il pilota che come me decide di provarci – spiega ancora Parisi che ha ricevuto, tra i vari, i complimenti anche del suo Sindaco Luca Sandonà – deve anzitutto superare lo scoglio di trovare qualche piccolo aiuto economico per ammortizzare un po’ la spesa totale. Nel mio piccolo qualche azienda della zona c’è stata, assumendosi un bel rischio con me – ammette sorridendo. “Li ringrazio di cuore come ringrazio Pasquale Nolè per avermi messo a disposizione una Osella impeccabile e tutto l’Alby Racing Team”.
Inevitabile una dedica anche a Rolando Testolin, indimenticato commissario di gara per una vita, che Parisi l’ha visto crescere ed avvicinarsi con curiosità al mondo dei bolidi sin da piccolissimo: “Oggi lo avrei reso fiero – si commuove il pilota – e non posso dimenticare quei pomeriggi passati nel salotto di casa sua a guardare le VHS delle prime edizioni della salita sul Costo. A parole non me lo spiego quello che provo: è un tutt’uno tra macchina e asfalto, una sfida dove tutto è veloce, quasi esasperato. Ce l’avevo nel sangue fin da bimbo: a scuola ricordo che un giorno mi incollai al vetro mentre la maestra spiegava: era il giorno delle prove, mi cacciò dalla classe e finii a seguire la gara dalla saletta dei bidelli che me lo permisero. Oggi mi godo il momento. Al 2025 ci penserò, ma senza fretta”.
Foto Giuseppe Rainieri