La Consulta boccia la legge veneta sulle case popolari: incostituzionale negarle a chi non vive in Veneto da 5 anni
E’ incostituzionale negare la casa popolare a chi, italiano o straniero, al momento della richiesta non sia residente sul territorio regionale da almeno 5 anni. Lo ha deliberato la Consulta (ossia la Corte di Cassazione, il più alto organo della Magistratura) che con il presidente Augusto Barbera è intervenuto oggi bocciando la legge 39 del 2017 della Regione Veneto.
La Corte ha dichiarato, dopo sette anni, l’illegittimità costituzionale di quel punto del testo perché contrasta con i principi di eguaglianza e di ragionevolezza dell’articolo 3 della Costituzione. Per i giudici della suprema Corte (che si occupa di vagliare il rispetto della Costituzione da parte delle leggi di rango inferiore) è la condizione di bisogno il vero requisito per l’accesso alle case di edilizia residenziale pubblica, non il tempo di permanenza sul territorio regionale.
E a salvare la norma regionale non basta la previsione secondo la quale i cinque anni possono essere calcolati nell’arco degli ultimi dieci e maturati eventualmente anche in forma non continuativa. Come la Corte ha già avuto modo di sottolineare, non c’è alcuna ragionevole correlazione fra l’esigenza di accedere al bene casa, ove si versi in condizioni economiche di fragilità, e la pregressa e protratta residenza, nel territorio regionale.
Zaia contrariato
Quando entrò in vigore la legge veneta, nel 2017, assessore all’edilizia pubblica era Manuela Lanzarin che parlò di legge di giustizia e solidarietà nell’affrontare l’emergenza abitativa. E quelle stesse parole le ha usate oggi il Presidente della Regione, Luca Zaia, nel commentare la sentenza. “Prendo atto della sentenza della Corte Costituzionale contro la nostra legge regionale – afferma -, ma non la condivido, per onestà intellettuale e storia personale. La legge veneta è stata pensata per chi vuole avviare qui un percorso di vita con la prospettiva di mettere radici, non per chi arriva oggi e pretende gli stessi diritti chi chi ha contribuito anno dopo anno alla crescita della nostra società. Non posso non notare che questa sentenza della Consulta farà si che i cittadini italiani o stranieri residenti da almeno 5 anni avranno gli stessi diritti di chi magari non ha un progetto di vita e chiede semplicemente un alloggio, quasi fosse un ostello, per poi trasferirsi altrove”.
Le reazioni delle opposizioni
“Ha voglia il presidente Zaia a dire che premia chi ha un progetto di vita in Veneto” sottolinea il consigliere regionale Arturo Lorenzoni: “Forse chi arriva per lavorare nei nostri ospedali non ha un progetto di vita? O chi va in soccorso alle aziende che cercano disperatamente personale per non ridurre il proprio fatturato o addirittura chiudere?. Bene ha fatto la Corte a smascherare l’ideologia del prima i veneti, che va contro la Carta Costituzionale e il buonsenso. Altro che difendere i cittadini veneti, con queste chiusure si danneggia la società e l’economia della nostra Regione”.