Putin nazionalizza lo stabilimento Ariston. La reazione del governo italiano
Il presidente Vladimir Putin ha nazionalizzato la filiale russa dell’italiana Ariston mettendola sotto la gestione temporanea di una società satellite legata a Gazprom. Mosca ha pubblicato il relativo decreto presidenziale (il numero 294, datato 26 aprile 2024) sul portale internet ufficiale delle informazioni legali. A essere coinvolta, anche un’azienda tedesca: la Bosch.
La reazione dell’Italia non si è fatta attendere. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha dato mandato al segretario generale della Farnesina di convocare subito l’ambasciatore russo in Italia. Il ministro del Made in Italy Adolfo Urso ha parlato al telefono con Paolo Merloni, presidente di Ariston, per un confronto sulla situazione in corso e per esprimere la vicinanza del governo, pronto a tutelare l’azienda in ogni sede. Sempre in giornata, il ministro Urso ha visto a Pescara il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, nella cui area di Fabriano la multinazionale italiana ha la sede centrale e operativa.
Il gruppo Ariston, in una nota, spiega di non aver ricevuto alcuna notifica dal Cremlino. La filiale colpita da Putin opera in Russia da quasi 20 anni. In serata è arrivata anche la reazione di Bruxelles. “La Russia si conferma un attore imprevedibile anche in campo economico”. A dichiararlo è il Servizio di azione esterna Ue sulla vicenda di Ariston e Bosch che invita Mosca “a revocare queste misure e a cercare soluzioni accettabili con le aziende europee”.