Veneto alluvionato, Lorenzoni: “Con la nuova legge il consumo di suolo continuerà come prima”
Il giorno dopo la grande emergenza, non si contano solo i danni in Veneto, ma anche le eventuali mancanze o criticità. La critica più dura ma anche articolata, già ieri, è arrivata dal portavoce dell’opposizione in Consiglio Regionale, Arturo Lorenzoni che ha sottolineato come proprio ieri, “con mezza regione sott’acqua“, in Seconda Commissione, competente sui temi urbanistici, si fosse discusso sul consumo di suolo. Al centro dei lavori, infatti, c’era il progetto di legge quadro ‘Veneto Territorio Sostenibile’ di revisione della normativa urbanistica.
“La Legge Regionale che blocca il consumo di suolo nel territorio a maggiore consumo di suolo, il nostro, – sentenzia Lorenzoni – non blocca sostanzialmente niente. Essa presenta una serie di deroghe, opportunamente introdotte, che di fatto non tutelano il verde, ma difendono il cemento“.
“Tutte le nostre proposte di revisione del testo orientate a ridurre le deroghe esistenti, per far rientrare nel consumo di suolo nuove edificazioni oggi paradossalmente escluse, sono state respinte. L’assessore Corazzari ha detto chiaramente che non c’è disponibilità a rivedere la linea attuale, per non dover intervenire di conseguenza su una serie di modifiche tecniche che le nostre osservazioni richiedono. In attesa di un intervento su scala nazionale. E’ assurdo”.
“Non importa che la popolazione regionale non aumenti – aggiunge Lorenzoni, che insegna economia dell’energia all’Università di Padova -, che vi siano centinaia di siti produttivi non utilizzati: rimane l’apertura a nuovi usi di suolo, forse per mantenere il primato nazionale al suo consumo, insieme alla Lombardia. Non si tratta di dare gradualità e pragmatismo all’azione normativa, come sostiene l’assessore Corazzari. Significa non avere una visione costruttiva sui processi in atto e la capacità di guidarli: se passa la norma come votata ieri non partiranno mai i processi di riconversione del patrimonio edilizio dismesso, perché rimarrà più conveniente usare nuovo suolo. Una visione vecchia, inadeguata a dare sostenibilità e qualità al nostro territorio. E neppure la pioggia di oggi che ha mandato sott’acqua interi Comuni ha potuto far riflettere questa maggioranza sulla necessità di agire per fermare il consumo di suolo”.
“Mentre il nostro Presidente vestito da protettore civile faceva l’ennesima conferenza stampa che attestava l’emergenza, qui in Commissione si affossava la volontà di agire concretamente per evitare emergenze come questa. Siamo in una situazione oramai senza ritorno”.
Che ci sia una tendenza a risolvere l’emergenza climatica solo con nuove opere come i bacini di laminazione (che o per scarso o per tarda attivazione, qualche criticità l’altra sera l’hanno evidenziata, così come qualcosa da rivedere c’è anche nelle modalità con qui la perturbazione era stata segnalata solo come fenomeni da “stato di attenzione”) lo evidenzia anche Luana Zanella, capogruppo veneta di Allenza Verdi Sinistra alla Camera. “Quello che sta accadendo incolpa la scarsa o nulla manutenzione del territorio, abbandonato al cemento e dunque senza più capacità naturale di assorbire le acque, l’assenza di piani di contrasto, mitigazione e adattamento al mutamento climatico. Ma i soldi per il bob a Cortina sono stati trovati e questo è scandaloso e irresponsabile. Inevitabile, visti i fenomeni estremi di queste ore, lo stato d’emergenza per il Veneto ma, se si continuano a negare i cambiamenti climatici e non si fa nulla, è solo una inutile toppa”.