Condannata a Firenze Amanda Knox: tre anni fa aveva calunniato Lumumba
Amanda Knox è stata condannata dalla Corte d’assise d’appello di Firenze per aver calunniato Patrick Lumumba nelle prime fasi delle indagini sull’omicidio di Meredith Kercher. La condanna è di tre anni, ma la donna li ha già scontati. “Non me lo aspettavo, sono molto delusa”, ha detto in lacrime dopo la lettura della sentenza. “Pensava di poter mettere un punto definitivo alla sua innocenza” hanno aggiunto i suoi legali, precisando che dovranno leggere le motivazioni prima del ricorso in Cassazione. Un ricorso che, a questo punto, appare molto probabile.
Arrivata in aula, Knox si è subito difesa ammettendo di non aver “mai voluto calunniare Patrick”. Lui era mio amico, si è preso cura di me e mi consolò per la perdita di Meredith. Mi dispiace di non avercela fatta a resistere alle pressioni e che lui abbia sofferto”, ha detto nella sua dichiarazione spontanea prima che la Corte di Firenze si ritirasse in camera di consiglio. “Chiedo umilmente di dichiararmi innocente” ha concluso, e di sé stessa nelle ore passate in questura ha parlato come di una ventenne “spaventata e ingannata”.
Non era presente in aula la parte offesa, Patrick Lumumba, che da tempo vive e lavora in Polonia. Ma Knox ha parlato di lui come se fosse vicino. “Non potevo essere il testimone che volevano contro Patrick. Non sapevo chi fosse l’assassino”, ha ribadito l’americana, parlando in italiano e con un foglio in mano, ripercorrendo le ore passate in questura a Perugia quando venne arrestata per l’omicidio di Meredith Kercher per il quale è stata definitivamente assolta. “Ero esausta, confusa, costretta a sottomettermi” ha aggiunto. “Mi sono appartata per ricostruire la mia sanità mentale” ha spiegato, riferendosi al memoriale scritto in inglese e consegnato a una ispettrice prima di essere portata in carcere. Nel suo lungo discorso, Knox tra le altre cose ha spiegato “di aver detto agli investigatori di non poter ripetere davanti a una Corte quanto detto la notte”. Una notte buia che la cronaca nera non dimenticherà mai.