Oltre un quintale di tabacco da masticare contrabbandato in auto. Sequestrate 2.700 bustine
Da un controllo di routine sulle strade beriche è nata l’opportunità di mettere le mani e poi sottrarre al commercio di contrabbando un carico (illecito) di tabacco da masticare. Questo grazie al “fiuto” di un equipaggio della Guardia di Finanza berica, appostato nei giorni scorsi in zona Fiera, che aveva notato un atteggiamento sospetto da parte degli occupanti di un’automobile in transito nell’area Ovest di Vicenza.
Tre asiatici di nazionalità del Pakistan, infatti, sono stati denunciati dopo essere stati trovati in possesso di quasi 109 chilogrammi delle foglie aromatiche tritate e confezionate, in quanto le buste erano prive dei contrassegni previsti dalle norme e, dopo gli accertamenti svolti, frutto di una rete di importazione illecita.
La merce risultata essere tabacco era custodita nel bagagliaio, adeguatamente camuffata, ed era stata spacciata per terriccio da giardino da parte del conducente del veicolo in risposta alla precisa domanda dei finanzieri. Ma nei quattro sacchi di juta si trovava ben altro: circa 27 chili per ciascuno, contenevano confezioni sfuse di tabacco da masticare, sprovviste del contrassegno di Stato attestante l’avvenuto versamento delle accise e prive delle informazioni obbligatorie in lingua italiana, per oltre 2.700 articoli. Tutto sottoposto a sequestro per violazione delle leggi doganali, che prevedono un quantitativo massimo di 10 chili.
Giova evidenziare come questa tipologia di reato prevede la reclusione da 2 a 5 anni e una multa pari ad euro 5 per ogni grammo di prodotto importato abusivamente. “L’attività del Corpo in materia di lotta al contrabbando di tabacchi lavorati esteri mira non solo a disarticolare le organizzazioni criminali transnazionali contigue a questo fenomeno e ad aggredirne i patrimoni illecitamente accumulati, ma anche a impedire il consumo di altri derivati del tabacco, che non possono essere venduti in Italia se non conformi ai parametri minimi previsti, essendo potenzialmente dannosi per la salute dei consumatori”.