Coca, crack ed eroina nel bazar del condominio: tre denunciati, due in arresto
Si stavano proponendo come rifornitori in modalità h24 per il quartiere di San Pio X a Vicenza, offrendo un ampio assortimento di sostanze stupefacenti – eroina, crack, cocaina e marijuana in particolare – che andava a finire nelle mani di giovani della città ma anche di qualche “sniffatore” di coca non più di primo pelo. Nelle tasche capienti del nuovo terzetto di pusher, invece, finiva denaro contante in quantità ragguardevole, a flusso continuo, tanto che i finanzieri del nucleo berico della GdF hanno sequestrato – oltre a un centinaio di dosi di droga – anche oltre 1.270 euro in banconote.
A finire nella rete lanciata dagli operatori del 117 sono stati per il momento solo in due nei giorni scorsi, mentre un terzo presunto complice risulta denunciato a piede libero in attesa di approfondire la sua posizione. Due cittadini stranieri, entrambi di nazionalità nigeriana, che vivono in un appartamento di San Pio X, quartiere popoloso di Vicenza. Proprio nel loro alloggio custodivano le sostanze illecite.
A monte dell’ispezione maturata a metà giugno, c’erano i riscontri di indagine da parte dei militari della Guardia di Finanza, favoriti dalla segnalazione di alcuni cittadini del quartiere. Impossibile, infatti, non notare l’andirivieni di gente nel condominio dove si spacciavano le diverse tipologie di merce tossica. Qualcuno, a fronte di tanto degrado, ha seguito il senso del dovere civico informando le forze dell’ordine che a loro volta hanno attivato la prassi di controllo, sfociata nel blitz recente condotto da finanzieri e agenti di polizia locale in piena collaborazione.
La perquisizione effettuata nell’appartamento occupato dal terzetto di africani ha permesso di rinvenire e sottoporre a sequestro 19,60 grammi di cocaina, 11,85 di eroina, 5,94 di crack e 0,86 di marijuana, già suddivise in quasi un centinaio di dosi, pronte per essere distribuite nel circuito territoriale dello spaccio. Avrebbero fruttato qualche migliaio di euro nello smercio al dettaglio. A corroborare l’ipotesi che si trattasse di spacciatori “in affari” come distributori sussiste il sequestro di due bilancini di precisione, oltre a vari sacchetti utilizzati per il confezionamento.
Tutti e tre i nominativi degli africani coinvolti nell’indagine sono riferiti a persone con alle spalle già plurimi precedenti di polizia, volti noti negli ambienti della tossicodipendenza. I capi d’accusa “nuovi di zecca” nei loro confronti consistono nel reato di traffico e detenzione di sostanze stupefacenti.