E’ morto Arnaldo Cestaro: fu la vittima più anziana della “macelleria messicana” alla Diaz a Genova

E’ morto la notte scorsa in ospedale a Noventa Vicentina Arnaldo Cestaro: fu la vittima più anziana delle violenze delle forze dell’ordine alla scuola Diaz di Genova nel 2001, alla fine del G8. Aveva 85 anni e da tempo non stava bene, dopo essere stato colpito da un ictus.

Cestaro pagò caro la sua scelta di rimanere a Genova alla fine delle manifestazioni: andò a passare la notte nel dormitorio dove nella notte decine di poliziotti fecero irruzione massacrando con calci e manganelli i manifestanti inermi. Lui allora aveva 62 anni e le manganellate senza ritegno degli agenti gli comportarono parecchie fratture.

Cestaro, militante di Rifondazione Comunista allora 62enne, era arrivato a Genova con un gruppo dal Veneto per manifestare contro il G8. Uomo mite ma deciso oppositore di qualsiasi ingiustizia, invece di tornare con i suoi compagni, quella sera si fermò a Genova e andò a passare la notte nel dormitorio della scuola Diaz, con l’intenzione di portare un mazzo di fiori al cimitero di Staglieno, sulla tomba della figlia di una compaesana, una ragazza morta in un incidente stradale. Quel sabato 21 luglio aveva chiesto infatti consiglio per un luogo in cui passare la notte, e una signora genovese gli aveva indicato la scuola Diaz di via Battisti, dove dormivano decine di manifestanti, molti dei quali stranieri. dormiva vicino all’ingresso e fu fra i primi manifestanti inermi a essere colpito durante l’irruzione i poliziotti: fu manganellato senza pietà, arrestato e mandato in ospedale con diverse fratture.

“Nella camera di ospedale facemmo conoscenza e da allora, in tutti questi anni ci siamo sempre sentiti oppure incontrati per partecipare ad eventi, dibattiti, manifestazioni e in una stanza di ospedale l’ho visto pochi giorni fa quando ero andato a trovarlo. Se ne va una persona buona” commenta Lorenzo Guadagnucci, il giornalista di Firenze che pure fu pestato e arrestato quella notte alla Diaz, e con il quale nacque un’amicizia nella stanza dell’ospedale di Galliera.

Insieme furono fra i fondatori del Comitato Verità e Giustizia per Genova. Il nome di Arnaldo Cestaro è legato al primo ricorso sulla Diaz vinto alla Corte di Giustizia europea per i diritti umani. Nel 2015 gli venne riconosciuto un risarcimento di 45 mila euro e l’Italia venne condannata per non avere, tra le altre cose, una legge che punisse la tortura. Dai movimento No Tav e No Dal Molin, fino alle marce per la pace Perugia-Assisi, Cestaro era sempre presente e la sua abitazione ad Agugliaro era un presidio militante, pieno di bandiere e manifesti esposti sulla strada.