Statunitense ricoverato con la legionella: scatta la bonifica per le piscine thienesi
L’ospedale rileva un caso di legionella in un cittadino statunitense che aveva frequentato la piscina di Thiene e scatta la bonifica nell’impianto natatorio. Il rilevamento del batterio ha portato infatti il Comune ad emettere un’ordinanza, datata 24 maggio, dalla quale però risulta che il livello di rischio è basso (1 in una scala di 3, secondo le linee guida del Ministero della Salute e della Conferenza Stato-Regioni).
Cos’è la legionellosi. La legionella è un batterio che vive nell’acqua: una sua eccessiva concentrazione può essere causa di polmonite. Il problema, dunque, sorge quando il microrganismo prolifera eccessivamente, superando la soglia di attenzione. Come spiega l’Istituto Superiore della Sanità, la Malattia del Legionario è un’infezione polmonare causata dal batterio Legionella pneumophila. Finora sono state identificate più di 50 specie diverse del batterio: le legionelle sono presenti negli ambienti acquatici naturali e artificiali, come acque sorgive, comprese quelle termali, fiumi, laghi, fanghi. Da questi ambienti raggiungono quelli artificiali, come acquedotti, serbatoi, tubature, fontane e piscine, che possono agire come amplificatori e disseminatori del microrganismo. La malattia ha un periodo di incubazione variabile da 2 a 10 giorni (in media 5-6) e si manifesta come una polmonite infettiva. Nel nostro paese i tassi di incidenza sono in aumento. Nel 2015 i casi sono stati 1569, il 78% dei quali ha riguardato Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio e Piemonte. L’incidenza della legionellosi nello nostro paese nello stesso anno è stata di 25,8 casi per milione di abitanti.
Il contagio. La diagnosi di legionellosi all’ospedale di Santorso risale a fine aprile ed è il 2 maggio quando il personale del Servizio di Igiene Pubblica distrettuale dell’Ulss 7 Pedemontana si reca nell’impianto di via Tevere gestito da Sport Management e frequentato dall’uomo contagiato nei 15 giorni precedenti alla diagnosi della malattia. I tecnici prelevano campioni di acqua ed effettuano un sopralluogo, dal quale risulta, come riporta l’ordinanza del Comune di Thiene, che le reti idriche dell’acqua potabile e gli impianti di produzione dell’acqua calda sanitaria presentano “un livello di rischio basso”, con un “controllo del rischio complessivamente adeguato”. Una situazione che richiede di prevedere degli interventi solo qualora si presentino fattori di rischio. Il 18 maggio l’Arpav di Mestre comunica all’Ulss il risultato delle analisi: l’erogatore dell’acqua calda della doccia dello spogliatoio degli uomini è positivo alla carica batterica, ma con una concentrazione bassa (200 unità FC, su una scala che più superare i 10mila). Il caso thienese si inquadra quindi fra quelli che richiedono, secondo le linee-guida in vigore, che si rivaluti il rischio (perché la legionella è comunque facilmente presente a basse concentrazioni in impianti di questo tipo) e che si effettui una disinfezione.
I provvedimenti. Le azioni che il Comune prescrive alla Sport Management con l’ordinanza e che vanno effettuate entro 15 giorni (a partire dal 24 maggio) sono quattro: bonificare la rete idrica dell’acqua calda sanitaria, svuotando i serbatoi e decontaminandola col cloro; effettuare quella che i gergo viene chiamata una “iperclorazione shock“; sostituire i tubi e gli erogatori delle docce; revisionare il documento di valutazione del rischio, rivedendo se necessario le modalità e i tempi di attuazione dei controlli. “La carica riscontrata – spiega il Servizio Igiene Pubblica del distretto 2 dell’Ulss 7 Pedemontana – si colloca nella fascia bassa di rischio sanitario e il test non permette di stabilire alcuna correlazione di causalità. I provvedimenti di bonifica, oltre alla verifica del piano di autocontrollo all’ente gestore, sono stati chiesti in via cautelativa e il Servizio Igiene Pubblica vigilerà sulla corretta applicazione delle procedure di sanificazione”.
I gestori: “ordinari interventi di cautela”. “In nessun caso – spiega Massimo Danese di Sport Management – può essere ritenuto certo o probabile un nesso fra la frequentazione dell’impianto sportivo gestito dalla Sport Management e la diagnosi di legionellosi, potendosi quest’ultima ascrivere potenzialmente a criticità presenti in altri luoghi non monitorati. Il valore rilevato rappresenta un valore positivo ordinario, riscontrabile statisticamente nel 50% dei prelievi effettuati, anche presso le utenze domestiche: con tale valore, solo la presenza di un caso di legionellosi fa attivare le cautele descritte dall’ordinanza; laddove il caso non si fosse manifestato, pur in presenza di tale valore, non sarebbe stato prescritto alcuno degli interventi elencati nell’ordinanza. Lungi dal potersi parlare di emergenza sanitaria, la situazione fotografa ordinari interventi di cautela. Siamo impegnati nell’osservare scrupolosamente le prescrizioni annoverate dall’ordinanza e, in tal senso, intende dare completa rassicurazione all’utenza sulla piena fruibilità, nella massima sicurezza, dell’impianto gestito”.