La questione identitaria con Venere/Adone in scena nel giardino dell’Astra di Vicenza

Secondo appuntamento a Vicenza per il cartellone estivo Serate Terrestri de La Piccionaia, nel giardino del Teatro Astra: sabato 6 luglio alle 21.30 Venere/Adone di e con Danilo Giuva:uno spettacolo che parla di fatti dell’amore, della natura umana e dell’incapacità di stare con disinvoltura nel proprio.

L’identità emotiva e sessuale trova espressione nel mito, dove i protagonisti sono Venere, dea dell’amore e della bellezza, e Adone, giovane uomo, vittima delle ossessioni amorose di lei. Si racconta un amore in cui sono presenti tutte le dinamiche delle relazioni: il piacere, il sentimento, la negazione, il rifiuto.
Un docente, che con ironia e apparente sfrontatezza, affronta la questione identitaria e i tormenti amorosi dell’età adolescenziale. Entrando poco alla volta nell’amore, nelle difficoltà delle relazioni, nell’incapacità di stare con disinvoltura nel proprio sé, Danilo Giuva, registra, interprete e drammaturgo, salirà sul palcoscenico,

Lo stesso Danilo Giuva spiega nelle sue note alla regia il senso dell’intero lavoro: “Venere/Adone è uno spettacolo che parla di fatti dell’amore, della natura umana e dell’incapacità di stare con disinvoltura nel proprio. È, questo, un lavoro che parla a tutti, ma che è necessario che incontri soprattutto un pubblico di adolescenti. Ho scelto di partire da un poemetto: ‘Venere e Adone’ di William Shakespeare, io ci ho messo lo slash perché sono fermamente convinto che entrambi convivano in ognuno di noi, per presentare l’archetipo dell’amore incompiuto attraverso l’elevazione lirica e vertiginosa del bardo per, poi, lanciarmi da quelle altezze per precipitare in una storia d’amore, altrettanto incompiuta, tra due comunissimi essere viventi dello stesso sesso”.

“Ho voluto raccontare il cortocircuito, tutto personale, – aggiunge Giuva – dei primi momenti, la ricerca della verità, la difficoltà di spiegarsi, la fatica della lotta interna, il senso di incompiutezza ed il dolore che il desiderio inespresso genera. Parla, dunque, questo lavoro di quella condizione che pone ogni essere umano, che si trova a dover gestire i primi tormenti dell’amore, su quella stretta linea di confine tra l’essere e il sentire su cui è necessario trovare un proprio punto di equilibrio in cui stare. Ogni adolescente credo abbia la propria condizione di confine e credo sia necessario parlarne. Io voglio farlo a teatro”.
Lo spettacolo è prodotto da Compagnia Licia Lanera in coproduzione con Teatri di Bari e ha debuttato nel 2021 al Festival Maggio all’infanzia.