Il Regno Unito al voto: il Labour verso la vittoria dopo 14 anni
Urne aperte in Gran Bretagna per le elezioni anticipate convocate dal premier conservatore Rishi Sunak. In controtendenza rispetto al trend di questa densa annata elettorale globale, oltremanica si prospetta una radicale svolta a sinistra. Le sorprese sull’esito sono zero: i tories si avviano a una disfatta senza precedenti e i laburisti a un trionfo mai visto, ben oltre la maggioranza assoluta. Il Labour sembra temere solo l’affluenza, tanto che il leader Keir Starmer ha rivolto un appello ai cittadini perché vadano a votare: “Non restate a casa”. Sono circa 50 milioni gli aventi diritto di voto. Si vota dalle 7 alle 22, ora locale.
Se le previsioni dovessero essere confermate, il Labour tornerebbe al governo dopo 14 anni di digiuno, sotto la leadership moderata di sir Keir Starmer, 61enne ex procuratore della corona. Parallelamente si registrerebbe un tracollo storico dei conservatori del premier Rishi Sunak, al potere dal 2010, sullo sfondo di crisi, scandali e lacerazioni segnate dai contraccolpi della Brexit nonché da una girandola di leader. I conservatori, stando ad alcune stime, rischiano d’essere anche avvicinati, se non superati, a livello di consensi percentuali dai populisti di Reform Uk del redivivo Nigel Farage, che fanno loro concorrenza a destra; e a livello di seggi dai centristi liberaldemocratici di Ed Davey, i cui suffragi sono tradizionalmente meglio distribuiti nei vari collegi.
Nel programma elettorale del partito laburista di Starmer è previsto l’aumento dei fondi per la sanità e l’educazione pubblica, la creazione di un nuovo Comando per le Frontiere e la Sicurezza, il riconoscimento della Palestina, il salario minimo e il diritto alla disconnessione sul lavoro, una spinta alla produzione di energie rinnovabili e altre misure “verdi”.
Tra i punti del programma del partito conservatore di Sunak spunta invece un taglio del 2% ai contributi previdenziali della National Insurance, più dottori e infermieri per il sistema sanitario nazionale, tetto all’immigrazione, tagli al welfare e al numero di dipendenti pubblici, nuove prigioni, pene più severe per reati come crimine con coltello e adescamento, l’apertura di nuove centrali nucleari e niente nuove “tasse verdi”.