“Uccidere un fascista non è reato”: il coro al corteo dell’Anpi riaccende la polemica

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Foto della manifestazione del 2023

Che questi siano giorni storicamente difficili per Schio non è una novità. In questo periodo di luglio, ogni anno, il tuffo in un passato che non trova pace nonostante gli sforzi profusi negli anni, è ormai endemico. A far scalpore stavolta, nel corteo promosso dall’Anpi vicentino questa mattina in città, un coro che scandiva a più riprese “Uccidere un fascista non è reato”.

Da un lato, il ricordo dell’eccidio partigiano avvenuto la notte tra il 6 e il 7 luglio del 1945, celebrato con una deposizione floreale alle ex carceri in memoria delle 54 vittime e capeggiato da una delegazione di Fratelli d’Italia ancora nella serata di venerdì, dall’altro la risposta di chi teme che dietro la memoria si celino nostalgie e atteggiamenti antidemocratici. Nei fatti, poco meno di un centinaio di persone, molte con la bandiera di Rifondazione Comunista e molte non coinvolte nei cori in questione, ma tanto è bastato per riaprire una ferita mai sanata: “Non posso esimermi dal ricordare che costoro – dichiara Alex Cioni in riferimento alle frasi pronunciate durante il corteo – sono gli stessi che nel 2005 sottoscrissero il Patto di Concordia Civica, un patto che avrebbe dovuto portare un minimo di serenità e di obiettività. Il risultato è evidente: altro che pacificazione e riconciliazione, in piazza ci sono i nostalgici della guerra civile con il loro carico di morte e sangue che andò ben oltre la fine della guerra. Da quale parte si covi l’odio e la strumentalizzazione politica dovrebbe essere chiaro a tutti, non a destra: noi comunque continueremo a lavorare per giungere in città ad un’onesta e vera pacificazione che abbia come fondamento il rispetto della memoria di tutte le parti”.

Durissima la presa di posizione anche da parte dell’Assessore regionale all’Istruzione e neoeletta europarlamentare in quota FdI, Elena Donazzan: “Chiederò se vi fosse una autorizzazione per questo corteo di violenza, di istigazione all’odio, di giustificazione all’eccidio. Chiederò formalmente alle autorità competenti di identificare chi gridava ‘la lotta partigiana ce lo ha insegnato, uccidere un fascista non è reato’. Parole di odio che determinano l’istigazione all’odio e che potrebbe configurare l’apologia di reato e l’istigazione a delinquere”.

L’intervento della sindaco Cristina Marigo

“Ho ricevuto i referenti dell’Anpi la settimana scorsa – ha dichiarato Cristina Marigo – ed in quell’occasione mi hanno palesato il loro rammarico per il fatto che, a dir loro, non si stia portando avanti il Patto di Concordia Civica. Poi, in una loro manifestazione, tenuta proprio il giorno del ricordo delle persone che persero la vita nell’eccidio, un fatto atroce, ingiusto ed ignobile a prescindere, intonano dei cori che dicono testualmente uccidere un fascista non è reato in totale spregio della memoria di quei morti. C’è una tale contraddizione in questo, che fatico a riconoscere chi ha rivendicato il valore della Concordia Civica. Condanno qualsiasi istigazione all’odio ovunque venga, senza se e senza ma”.

in copertina, foto del corteo del 2023