L’Anpi condanna: “Slogan incompatibili con la Resistenza”. E nel corteo dell’estrema destra tornano i saluti romani

Il day after il 7 luglio racconta di una Schio ancora troppo divisa. Il motivo sempre quello, nonostante i quasi ottant’anni trascorsi dai tragici eventi che portarono, due mesi dopo la fine ufficiale delle belligeranze, all’uccisione di 54 persone. Persone, come spesso si dimentica anteponendo appartenenze all’umanità. E così, nella domenica fatidica, da una parte si sono dati appuntamento i militanti di Continuità Ideale, dall’altra le sigle della Schio antifascista divise da un discreto ma attento cordone di forze dell’ordine.

E se nella manifestazione della destra estrema con presenze – come avviene da qualche anno a questa parte persino da fuori regione – non sono mancati, ancora una volta, i saluti romani di diversi presenti, gli slogan scanditi da qualche isolato facinoroso durante il corteo antifascista promosso dall’Anpi, hanno subito spinto tutti i referenti delle sigle organizzatrici (Avl,Aned, Anei e Fiap) ad esprimere una dura censura: “Il Forum delle Associazioni antifasciste e della Resistenza condanna, senza giri di parole, come usano fare altri/e – dichiarano in un comunicato congiunto – lo slogan scandito durante la manifestazione antifascista di domenica. E’ un linguaggio che non ci appartiene, scandito da poche persone che non camminavano sotto le bandiere delle nostre associazioni. A chi si è espresso in quel modo ricordiamo che le partigiane e i partigiani ci hanno insegnato che, dopo la terribile guerra che avevano dovuto combattere, più nessuno doveva essere ucciso. Quegli slogan sono incompatibili con la Costituzione nata dalla Resistenza. E’ la Costituzione a definire il perimetro della lotta politica ed ideale, che deve svolgersi con modalità democratiche, pacifiche, civili. La Costituzione ha bandito definitivamente la violenza dalla lotta politica”.

Una precedente “edizione” del corteo dell’estrema destra: anche allora non mancarono i saluti romani

Parole di ferma condanna unite ad un forte disappunto per la posizione espressa dalla sindaca Cristina Marigo, iniqua – secondo le sigle antifasciste – nel ponderare gli eventi trascurando quanto accaduto nel corteo “nero”: “Abbiamo letto una dichiarazione della Sindaca di Schio. Ci preoccupa che, eletta dalle cittadine e cittadini ad amministrare la loro città, medaglia d’argento al valor militare per la Resistenza, non abbia trovato le parole, che avevamo chiesto, per condannare la manifestazione dal chiaro segno apologetico del fascismo che si è svolta prima della nostra. Lo strabismo politico non può portare a nascondere la presenza di personaggi estranei alla città, chiamati da chi, da troppi anni, utilizza a fini propagandistici l’Eccidio di Schio. Ribadiamo che noi eravamo lì, con tante persone, contro la presenza neofascista che ogni anno viene a strumentalizzare l’Eccidio di Schio. E torneremo in piazza, se sarà necessario, pacificamente e civilmente come abbiamo fatto ieri”.

“Uccidere un fascista non è reato”: il coro al corteo dell’Anpi riaccende la polemica