Missili Usa in Germania a difesa della Nato, Mosca: “le capitali europee potenziali obiettivi russi”
Mosca alza nuovamente i toni nei confronti dell’Europa, in risposta alla decisione degli Stati Uniti di dispiegare missili a lungo raggio in Germania. Il Cremlino ha avvertito che l’iniziativa americana autorizza la Russia a designare come “potenziali” obiettivi di ritorsione le “capitali” europee.
Peskov: ” Rispondere agli Usa”. In un’intervista per Vgtrk, al giornalista Pavel Zarubin, che gli aveva chiesto se la Russia avrebbe risposto alla mossa americana, il portavoce del Cremlino, ha risposto “certamente”. “C’è sempre una situazione paradossale: gli Stati Uniti hanno schierato diversi tipi di missili, di diversa gittata, tradizionalmente puntati verso il nostro Paese. Il nostro Paese, di conseguenza, ha identificato centri europei come obiettivi per i nostri missili”, ha detto Peskov. Il paradosso, ha spiegato, è che gli Stati Uniti continuano a incassare denaro, mentre l’Europa “è nel mirino dei missili”. “Il nostro Paese – ha aggiunto Peskov- è nel mirino dei missili americani dislocati in Europa. “Tutto questo è già successo in passato. Abbiamo abbastanza potenziale per scoraggiare questi missili, ma le capitali di questi Stati sono potenziali bersagli”.
Tuttavia per Peskov, è ancora possibile trovare punti di convergenza tra Russia e Stati Uniti. “Se non fosse possibile, la diplomazia come professione avrebbe cessato di esistere molto tempo fa, perché non necessaria”, ha aggiunto il portavoce. Attualmente, secondo Peskov, “sono soprattutto i militari e i diplomatici che lavorano” in questo senso.
La decisione di Usa e Germania è arrivata nel corso del vertice Nato che si è svolto nei giorni scorsi a Washington. Gli Stati Uniti hanno confermato il dispiegamento di missili da crociera a lungo raggio in Germania a cominciare dal 2026, includendo anche missili Tomahawk, SM-6 e missili ipersonici ora in via di sviluppo, “che hanno una gittata significativamente più lunga dei missili da terra ora basati in Europa”.
Il vertice Nato ha alimentato anche le tensioni all’interno del Governo Italiano. Dopo le parole di Zaia sulla necessità di “chiudere questa partita”, cessando di inviare armi all’Ucraina, arriva piccata la replica del ministro della Difesa Guido Crosetto, che in una lunga intervista al Corriere dice: “Lavorare per la pace è obiettivo di noi tutti”, spiega rispondendo a una domanda sulle posizioni della Lega. “Solo che mentre c’è chi se lo ricorda una volta al mese, per fare titolo quando va di moda, la presidente del Consiglio, Tajani e io questo obiettivo lo perseguiamo ogni giorno”. “Dare l’opportunità all’Ucraina di difendersi non significa non volere la pace. È vero il contrario: significa volere una pace giusta” chiarisce poi Crosetto.
Orban dice ‘No’ a Kiev nella Nato. Il primo ministro ungherese si è espresso contro l’adesione dell’Ucraina alla Nato durante la riunione plenaria a cui era presente anche il presidente Volodymyr Zelensky. Durante il summit dell’11 luglio Orban ha ribadito il suo ‘no’ al rinnovo del sostegno militare all’Ucraina e ha suggerito che Kiev non dovrebbe unirsi all’alleanza. L’agenzia di stampa Bloomberg, afferma che “alcuni leader hanno reagito suggerendo che la storia della stessa Ungheria dimostra perché l’Ucraina appartiene all’alleanza”.
Mosca ha poi commentato l’attentato a Donald Trump. La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha suggerito agli Stati Uniti di fare un “inventario” delle loro “politiche di incitamento all’odio contro gli oppositori politici, i paesi e le persone”. Riferendosi poi a “coloro che negli Usa votano per la fornitura di armi a Zelensky”, Zakharova ha accusato Washington di fomentare “attacchi contro il presidente russo. Forse è meglio usare questi soldi per finanziare chi dovrebbero garantire la legge e l’ordine negli Usa?”, ha ribadito la portavoce.