Migrante ucciso in Calabria, oggi lo sciopero dei braccianti
E’ una mattinata tesa quella che è iniziata alla tendopoli di San Ferdinando, scossa sabato sera dalla morte di Soumayla Sacko, un migrante maliano di 29 anni ucciso da una fucilata a San Calogero, vicino a Rosarno, tra la provincia di Vibo Valentia e quella di Reggio Calabria, mentre con due connazionali tentava di portar via delle lamiere da una fabbrica dismessa.
La suddetta fabbrica è sotto sequestro da dieci anni per cui non esiste nessun proprietario che possa lamentare il furto del materiale abbandonato. “Siamo partiti a piedi dalla tendopoli e giunti sul posto avevamo fatto in tempo a recuperare tre lamiere quando qualcuno è arrivato a bordo di una Fiat Panda vecchio modello e ci ha sparato addosso”, ha raccontato uno dei due sopravvissuti, ferito alla gamba. I tre migranti sono stati soccorsi dal 118 ma Sacko, colpito alla testa, è morto nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale di Reggio Calabria.
Intanto, dai rilievi effettuati dai carabinieri sul luogo della sparatoria è emerso che chi ha esploso i colpi di fucile si trovava già lì quando i tre migranti connazionali sono arrivati.
Gli inquirenti non formulano al momento un’ipotesi precisa sulla dinamica dell’accaduto, ma le indiscrezioni portano alla criminalità organizzata: Soumalia potrebbe aver pagato un’”invasione di campo” commessa quando, insieme ai due connazionali, ha tentato di portar via le lamiere.
L’unione sindacale di base (Usb), di cui il ragazzo era attivista, ha indetto per oggi una giornata di sciopero dei braccianti. Ieri sera, invece, nella tendopoli di San Ferdinando, dove la vittima viveva insieme agli altri due uomini rimasti feriti nella sparatoria, sono stati bruciati copertoni e rifiuti e gli abitanti non hanno lasciato avvicinare né i vigili del fuoco né le forze dell’ordine.
Al momento la situazione nell’area che ospita la vecchia e la nuova tendopoli è tranquilla e la zona è presidiata dalle forze di polizia. Un gruppo di una trentina di migranti si è raccolto davanti all’ingresso della vecchia tendopoli dove sono stati rovesciati cassonetti per impedire il passaggio delle auto.