L’ecopiazzola Etra del quartiere San Vito rimane “in bilico”. E ballano 300 mila euro
Da smaltire non soltanto i rifiuti dei cittadini del quartiere di San Vito di Bassano ma anche le “scorie” della politica amministrativa locale, dopo le elezioni di giugno che hanno sancito il passaggio di fascia tricolore da Elena Pavan a Nicola Finco, neosindaco. Il tema bollente dei primi di agosto in città è quello di una nuova ecopiazzola i cui lavori devono – il tempo non è al condizionale – partire entro il mese di settembre, pena perdere un finanziamento da 300 mila euro.
La patata, invece, sempre bollente, consiste nella necessità dello spostamento dell’area precedentemente indicata e osteggiata dai residenti del popoloso quartiere bassanese, con discussioni già sorte nei mesi e una sorta di limbo rimasto in sospeso in vista delle elezioni comunali.
Bandita dal “popolo” l’ecopiazzola Etra da progetto in via Cogo, si è arrivati a una soluzione bis da realizzare nel sito dell’ex Caserma Fincato – Giovanni Fincato è stato Alpino eroe della Seconda Guerra, torturato e ucciso -, in viale Venezia, giudicata meno impattante o comunque un male minore rispetto alla prima proposta. Problema di traverso che ora i tempi sono stretti, anzi strettissimi, con la burocrazia che impone scadenze prefissate e una serie di paletti da sistemare, oltre che un progetto da riprendere in mano ex novo. Il tutto, con la stagione di spiagge e ombrelloni in corso.
A spiegare cosa è accaduto e cosa accadrà, secondo la propria visione, è Finco stesso, che indiretta punta il dito contro l’amministrazione che ha preceduto la nuova giunta al timone del Comune di Bassano e offre alcune precisazioni in merito alla “grana” ecopiazzola di San Vito. “Siamo ripartiti dando fiducia a quanto dichiarato da chi mi ha preceduto – afferma il primo cittadino – ossia che i contatti con Etra e l’iter per sospendere la realizzazione di questo impianto sarebbero stati avviati, ma oggi scopriamo che la realtà è ben diversa. A parte una semplice lettera trasmessa lo scorso 3 giugno, nessun documento ufficiale è pervenuto all’ente di gestione dei rifiuti e al consiglio di bacino, così come nessun atto amministrativo è stato prodotto per bloccare l’opera”.
Iter burocratico che in un passaggio successivo viene definito come “a zero”, e via subito allo studio di possibili alternative. Che accontentino le famiglie del quartiere, e che possano rispettare i tempi contingenti per non vedersi volatilizzare il “malloppo” pubblico. Il miglior spazio giudicato idoneo allora viene individuato nell’ex caserma, con subito coinvolte Etra e il Consiglio di Bacino per tentare di recuperare sulle scadenze imminenti. “Per partire con i lavori a settembre e non perdere il finanziamento – aggiunge Finco – bisogna effettuare entro il 31 agosto le necessarie analisi ambientali nel sito, redigere un nuovo progetto con relativo calcolo dei costi e far approvare lo spostamento al consiglio di bacino con un passaggio in Giunta comunale. Tutto questo entro la fine di agosto, non un mese qualsiasi di ordinaria e regolare attività lavorativa da parte degli uffici e degli addetti coinvolti”.
Nel testo diramato oggi alla stampa locale sul tema in oggetto, il primo cittadino ha scritto di garantire “il massimo impegno” ma aggiunge infine di “non assumermi la responsabilità di perdere un finanziamento così importante. Informo i cittadini che metteremo in campo ogni sforzo possibile per spostare l’ecopiazzola dall’area residenziale di San Vito e portarla nell’ex Caserma Fincato. Ringrazio inoltre Etra per la disponibilità dimostrata nell’aprire un tavolo di confronto al fine di trovare una soluzione condivisa”.